Parole padane

Lo scivolone di Bossi:scambia la fattoria per la trattoria

Nicoletta Orlandi Posti

Umberto Bossi, qualche giorno fa, parlando della nuova vita di Renzo aveva raccontato alla Stampa, che il figlio, insieme ai fratelli aveva aperto una trattoria. L'avevamo cercata, ma niente: non l'avevamo trovata. Il perché è presto detto: non esiste. A Brenta, laddovè il Senatùr aveva indicato la nuova attività del Trota, c'è solo l'azienda agricola dove i rampolli Bossi lavorano sodo alle prese con pecore, galline, maiailini e alberi da frutta.  Qui, racconta Gianluca Veneziani nel reportage pubblicato su Libero in edicola oggi (14 settembre 2013) non ci sta nessun ristorante e la base leghista è lontana, a Brenta manca perfino la sezione locale del partito, bisogna andare fino a Gavirate per trovarne una. L’unico Carroccio è il carro che serve a trasportare le balle di fieno per le bestie. Non c’è neppure il wi-fi, quassù, a due passi dai monti, cosicché le notizie dal resto d’Italia arrivano in ritardo e più sfumate. «Ma davvero papà ha detto a un giornale che avremmo messo su una trattoria?», chiede Roberto Libertà (il figlio più piccolo) con l’aria sorpresa. Forse Umberto Bossi intendeva «fattoria» ed è stato frainteso, o forse per lui la trattoria è quella dove stanno i trattori. E di sicuro qui, nell’azienda «Tera Nostra», se ne vedono tanti, di trattori. Alludono a fatica e fertile stanchezza. Perché anche la vita agra, a volte, sa essere una dolce vita.