I Vigili al campanello
Il marito della Polverini sfrattato dalla casa popolare: è troppo ricco
Hanno suonato al campanello alle 7 della mattina per buttarlo fuori di casa perché in quell'appartamento lui non ci doveva stare: è un abusivo. Ha dovuto fare i bagagli e andarsene. Non stiamo raccontando la storia di uno dei tanti disperati che si ritrovano senza un tetto perché non possono pagare più l'affitto e vengono sfrattati con la forza. Questo è quello che è successo a Massimo Cavicchioli, l'ex marito di Renata Polverini che questa mattina è stato svegliato dai vigili urbani che gli hanno tolto la casa popolare in via Bramante, nel lussuoso quartiere di San Saba, dove è vissuto da inquilino abusivo per 24 anni, 15 dei quali insieme all'ex governatrice del Lazio. L'appartamento era finito nell'inchiesta su "Affittopoli" nel 2011 e la procura di Roma aveva avviato un'indagine dalla quale non sono emersi reati, ma l'Ater, l'azienda pubblica delle case popolari, ha intimato lo sfratto all'ex marito della Polverini perché privo dei requisiti per abitare in un alloggio riservato ai cittadini disagiati. Il Corriere della Sera racconta lo sgombero di questa mattina: "Cavicchioli ha aperto la porta, in casa c'era una donna di 40 anni, la sua compagna. Non ha opposto resistenza, ma ha protestato: «È una persecuzione politica, qui è pieno di case occupate e siete venuti solo da me (e in un'altra abitazione in viale Giotto dove abitava una studentessa, ndr). Qui ci sono nato 52 anni fa e non mi è mai stata data l'opportunità di acquistare questo appartamento». In casa sono entrati gli operai e un fabbro per il ripristino dei luoghi". Dalle carte dell'Ater, scrive il Corsera, risulta infatti che Cavicchioli è stato «occupante abusivo non sanabile» dell'appartamento fin dal 1989, quando era morta la nonna, titolare del contratto. Per anni i 60 metri quadri in una zona di altissimo pregio qual è l'Aventino sono costati all'ex marito della Polverini solo 380 euro al mese, appunto il «canone sanzionatorio» previsto per gli abusivi. Cavicchioli ha chiesto per (almeno) due volte il subentro nel contratto, ma l'istanza è stata respinta «per mancanza di requisiti reddituali», perché il cumulo tra le sue entrate e quelle della moglie è sempre risultato superiore al tetto massimo previsto. La Polverini infatti ha acquistato altri immobili fin dal 2001 e in base alla legge la separazione del 2004, all'epoca solo di fatto, non è servita ad abbassare i redditi.