Debutto... rock
La7, nella Gabbia di Paragone è rissa: Santanchè contro il "delinquente" Travaglio
Inizio più rock di così, non si poteva. Gianluigi Paragone debutta a La7 con La gabbia con una schitarrata vintage sulle note dei Nirvana e due ospiti d'eccezione: Daniela Santanchè e Marco Travaglio, giusto per puntare su toni bassi e clima salottiera. Fortuna per l'ex direttore de La Padania che la Pitonessa del Pdl e il vicedirettore del Fatto quotidiano non sono in studio (anzi, in gabbia) ma collegati a distanza. Il tema di partenza, naturalmente, è la decadenza di Silvio Berlusconi, e la parola è subito alla Santanchè: "Lei sarà d'accordo con me, Berlusconi non è un serial killer", esordisce. E Paragone frena: "Ci sono tanti altri reati...", e scatta l'applauso del pubblico. Giusto per far capire che i tempi della Lega sono lontani. Più vicini, semmai, quelli della Rai e di L'Ultima parola, diventato via via uno spazio decisamente anti-Casta e filogrillino. Talmente anti-Casta da essere costato a Paragone il posto a viale Mazzini. Travaglio vs Santanchè Scontro epico da Paragone Guarda tutti i video Fuochi d'artificio - Si parte col botto. Prevedibile, visto che Santanchè e Travaglio fanno scintille anche se separati dal tubo catodico. "Non posso prendere lezioni da Travaglio - spiega la deputata del Pdl - perché sul caso del generale Mori sul suo giornale ha fatto una campagna vergognosa dicendo che fosse una sentenza inaccettabile. Voglio essere dalla parte dei giusti e voglio vivere in un Paese dove ci sia lo stato di diritto…". E poi il colpo gobbo: "Travaglio chiama sempre il mio leader Berlusconi delinquente. Bene, Travaglio è condannato in terzo grado di giudizio e quindi per me è un delinquente e diffamatore. Il suo amichetto Ingroia gli italiani si sono vergognati di votarlo. Senza Berlusconi gli italiani non avrebbero il governo perché il Pd ha perso due mesi con il M5S. Gli italiani non pagano l'Imu perché c'è Silvio Berlusconi, non perché c'è Letta". "Lei ci vive, col delinquente" - Tra un delinquente e l'altro, Travaglio non resiste più: "Se la Santanchè vuole sapere qualcosa su giornalisti delinquenti si rivolga in famiglia". Al direttore del Giornale Alessandro Sallusti, compagno di vita della Pitonessa e nemico pubblico di Travaglio, fischieranno le orecchie. "Io lo so, io ci vivo con un delinquente, a me i delinquenti piacciono", replica stizzita la Santanchè. E sulla condanna in Cassazione il vicedirettore del Fatto sminuisce: "1.000 euro di multa in 30 anni? Mi reputo fortunato". E quando la Santanchè lo interrompe, lui sbotta: "Ho ancora da parlare, ho 10 minuti di dislivello rispetto ai suoi starnazzamenti". Si scade nell'erotico - Si torna dalla pubblicità e i toni restano accesi. Anzi, caldi. Caldissimi. Quasi a luci rosse. "Godo da bestia a chiamarlo delinquente - attacca la Santanchè -. E poi per come tratta le donne, ho dei dubbi che gli piacciano, le donne". "Le assicuro che non avrà mai modo di provarlo, con me", replica un Travaglio un po' spiazzato dall'affondo omo della dirimpettaia. "Mah, ho molta letteratura su di lei - maligna la scatenata pasionaria azzurra -. Quasi quasi scriverò un libro...". "Già è difficile vedersi allo specchio ed essere la Santanchè, ma a riascoltarsi non muore dal ridere?". "No, non mi fa ridere. E non rido neanche con lei. Lei, caro delinquente, non mi fa ridere e non mi fa godere". E quando l'onorevole pidiellina parla delle "vacanze con i mafiosi del delinquente", Travaglio esulta: "Brava, brava, si è appena beccata una querela. I mafiosi io non li frequento, i mafiosi ce li ha lei nel suo partito". Più che una gabbia, a volte pare un pollaio. di Claudio Brigliadori