Voli pindarici
Per Travaglio il Pdl è l'unico concorrente del talk show "La Puttanata"
Sulla prima pagina dell'Insulto Quotidiano, Marco Travaglio si diletta nella sua attività preferita. L'insulto, appunto. Lo spunto, con tutta evidenza, lo prende dal battibecco televisivo di lunedì sera con la pidiellina Maria Elisabetta Alberti Casellati, che dopo averlo braccato si è sentita dire che ogni suo discorso è una "puttanata". Così il titolo dell'editoriale di Marco Manetta è, semplicemente, "la Puttanata", con la "P" maiuscola. La definizione - Il vicedirettore del Fatto Quotidiano spiega che "col massiccio ritorno dei talk show vecchi e nuovi, praticamente un accerchiamento, riciccia puntuale come le foglie d'autunno La Puttanata", che "non è soltanto una bugia, una cazzata, uno sragionamento, un'analisi disinformata, una negazione dei fatti e delle carte, un atto di servilismo, un'arrampicata sugli specchi, un diversivo per parlare d'altro: è tutte queste cose insieme". Travaglio aggiunge che La Puttanata è difficile da smentire perché "il tempo in tv è sempre scarso" e perché "prima di replicare alla Puttanata, occorre sempre superare qualche istante di stupore misto a smarrimento". Prerogativa Pdl - Ma chi sono i protagonisti de La Puttanata? Forse i grillini che Marco "coccola" quotidianamente, quei grillini che ignorano i contenuti della Costituzione, che si dilettano in bislacche proteste in Parlamento, che si arrampicano sui tetti di Montecitorio, che incappano di gaffe in gaffe e via dicendo con altre amenità? Forse i "cari" giudici da lui idolatrati le cui inchieste, sistematicamente, finiscono nel nulla (Woodcock) o finiscono nel nulla loro stessi (Ingroia)? Forse gli esponenti del Partito democratico che si scornano e contraddicono quotidianamente su congresso, tasse, decadenza del Cav e via dicendo? No, nemmeno per idea. La Puttanata, secondo Travaglio, maestro dell'insulto, è prerogativa del Pdl. Tutte Puttanate - Inizia la rassegna. La Santanchè? Dice puttanate. Quali? Che Paolo Mieli non è imparziale e che anche il lodo Alfano fu bocciato dalla Consulta. Quindi Verdini, perché nella personalissima reinterpretazione storica del Travaglio sosterrebbe che "le tangenti diventano lecite se messe a bilancio" (si parla dei fondi ricevuti da Rotondi per sostenere il patto federativo col Pdl, fondi che Marco chiama tangenti). E ancora, Schifani, che parla di "prova testimoniale importantissima" riferendosi a quanto detto da Agrama a Ghedini. Poi insulti a Sallusti, "giureconsulto della famiglia Addams", reo di aver detto che la verità degli imputati vale come quella dei pm. Ultimo impropero, ovvio, per la già citata Alberti Casellati, la musa ispiratrice de La Puttanata di Marco Travaglio.