Carriere
Bianca Berlinguer, il Pd le offre un posto a Bruxelles
Chissà se ne ha parlato anche con Massimo D’Alema, che ieri ha intervistato alla Festa dei democratici a Genova. Perché Bianca Berlinguer, direttore del Tg3 meglio conosciuta come la Zarina di Saxa Rubra, è una che tiene molto ai pareri dei leader del partito. Soprattutto quando ci sono di mezzo poltrone e elezioni. Fedeli ad una vecchia idea, in base alla quale il brand Berlinguer è ancora un grande catalizzatore di consensi, i vertici del Partito democratico hanno proposto alla Zarina di candidarsi alle europee, ovviamente come capolista. Niente di nuovo sotto il sole verrebbe da dire, visto che la strada che collega Roma con Bruxelles è lastricata di ex giornalisti finiti a fare il parlamentare. Nel caso in questione, però, non si tratta di un teledivo qualunque, modello David Sassoli, ma della figlia del leader più amato dalla sinistra italiana. E al momento del voto il dettaglio pesa eccome. Già in occasione delle amministrative di Roma il Pd aveva chiesto a Bianca di candidarsi al posto di Ignazio Marino, ma l’offerta era caduta nel vuoto per colpa delle primarie. La Berlinguer, ovviamente, sta seriamente valutando l’offerta visto che in Rai il clima non è più quello di una volta. Finita nel mirino del presidente dei deputati del Pdl Renato Brunetta per l’eccessiva faziosità del suo telegiornale, con la redazione perennemente in rivolta per i suoi eccessi di dispotismo, ora rischia di perdere un altro pezzo, essendo rimasta l’unica ad aver mantenuto il doppio incarico. La Zarina, infatti, sarebbe in testa alla lista nera stilata dal direttore generale di Viale Mazzini, Luigi Gubitosi. Nonostante le reiterate richieste di adesione alla direttiva della direzione generale, il direttora del Tg3 è l’unico alto dirigente dell’emittente di Stato a mantenere il doppio incarico, essendo anche conduttrice del suo telegiornale. E siccome molti di coloro che hanno dovuto optare fra la conduzione e un ruolo dirigenziale, in particolare al Tg1 dove c’era il maggior numero di doppi incarichi, sarebbero pronti a fare causa all’azienda. di Enrico Paoli