Missiva strappalacrime
Pd, lettera dei deputati a De Gregori: "Ti preghiamo, torna a credere in noi"
Era uno dei simboli della sinistra, le note delle sue canzoni risuonavano ai congressi e alle varie feste dell'unità e affini. Oggi, però, in un'intervista al Corriere della Sera, Francesco De Gregori scarica la sinistra stessa: "Non li voto più, tra slow food, Noemi Letizia e No Tav si sono persi". Una botta durissima per i "compagni" democratici. Tanto che il Pd prende carta e penna e scrive a De Gregori: "Caro maestro...". Il calcio di rigore... - Quella dei democrat è una vera e propria preghiera. Lo scrivono loro: "Ti preghiamo di riprovare e crederci, di tornare a leggere i giornali, di ricominciare a seguire la politica e il Partito democratico. Noi - proseguono - conserveremo l'intervista, la ricorderemo come un errore e una critica eccssiva, tenendo a mente che non è da un calcio di rigore sbagliato che si giudica un giocatore". I precedenti - La firma in calce alla missiva strappalacrime (con tanto di citazione) è quella dei deputati Michele Anzaldi, Marina Berlinghieri, Lorenza Bonaccorsi, Enresto Carbone, David Ermini, Luigi Famiglietti, Davide Faraone, Federico Gelli, Ernesto Magorno, Giovanna Martelli. La pattuglia cerca di convincere il cantautore a tornare sui propri passi, a ritrovare l'interesse per questo Pd che De Gregori non vuole votare più. "Il nostro generale - continua la lettera con una seconda citazione - non voterà più la sinistra. E' già accaduto con Ivano Fossati, con Nanni Moretti: ormai siamo avvezzi alle critiche dei nostri artisti e intellettuali di riferimento, anche quelle più cattive". Gli sfottò - "De Gregori - continuano i democratici - è la nostra storia, anzi la storia siamo noi". Poi i democratici passano al contrattacco: "Giusto, siamo cambiati, ma non solo noi. Il De Gregori di ieri non ci avrebbe mai detto: Tassatemi quanto volete, ma non pretendete di rappresentarmi. Non ci avrebbe mai preso in giro sulle piste ciclabili e le mancate critiche al sindacato, dimenticando le battaglie ambientaliste, per la salute sui luoghi di lavoro, sulla scuola". Ma quali battaglie? - E ancora: "Non avrebbe mai semplicemente sostenuto che con questo sistema, tanto vale scegliere i parlamentari sull'elenco del telefono, senza aver detto in questi anni neanche una parola sulle battaglie parlamentari contro il Porcellum promosse da alcuni deputati coraggiosi come Roberto Giachetti, che si è sottoposto anche a 123 giorni di digiuno senza riuscire però a raggiungere l’obiettivo di ottenere il cambio della legge elettorale. Per non parlare della mozione bocciata dal Parlamento solo due mesi fa", concludono i deputati Pd.