Un'estate amara
Selvaggia Lucarelli: sono sexy e vip, ma non trovo un fidanzato. Ecco perché
Non vi fate fregare da chi si lagna della popolarità. Di chi ne elenca svantaggi e controindicazioni snocciolando le solite menate tipo «poca privacy», «le aspettative», «le pressioni», «si finisce dall’analista» e così via. La verità è che la popolarità è una gran cosa. Annaffia l’autostima, velocizza la burocrazia, rende la gente affabile, seppellisce di inviti e di gentili omaggi, trasforma in uomini attraenti dei cessi a pedali e in «donne interessanti» donne utili quanto un set di fiches da borsetta. Sì, ha qualche controindicazione, ma trascurabile. Posti una tua foto in Grecia in cui sembri ingrassata di mezz’etto e su Twitter il più gentile ti chiede se ti sei mangiata il Partenone. Vai a fare la spesa e la gente in fila alla cassa fissa i Tampax flusso medio nel tuo carrello con morbosità, non vedendo l’ora di tornare a casa e raccontarlo ai parenti durante il cenone della vigilia. Le persone ti chiedono le foto e il flash non scatta per cui resti abbracciato sotto il sole a un operaio rumeno 75 minuti o la nonna s’è emozionata e anziché scattare la foto ha aperto la galleria immagini aprendone una per sbaglio in cui il nipotino copula con il poster di Shakira. Insomma, cose così. Poco rilevanti. L’unica vera controindicazione della popolarità, quella con cui una donna nota deve fare i conti e accettarla con mesta rassegnazione, riguarda la vita privata. E più precisamente l’approccio maschile, che per colpa della popolarità della tizia con cui decidono di uscire, risulta, a seconda dei casi, goffo, surreale o comunque inesorabilmente alterato da una serie infinita di paranoie, pregiudizi e, a dirla proprio tutta, da colpe non sempre del maschio. Ecco i dieci problemi più frequenti: 1) Il primo problema in cui si inciampa se si è una donna celebre e anche piacente è che l’uomo che esce con voi, in almeno quattro casi su tre, vi ha già immaginato - magari da anni e in gran segreto - in tutte le posizioni del kamasutra, da quella del loto a quella della pecora tarantolata, per cui le aspettative sono leggermente alte. Per essere chiari, se a cena io non parlo come Uma Thurman nella pubblicità della Schweppes - ovvero come una che sarebbe capace di limonarsi pure Paolo Limiti se passasse di lì - anche nel descrivere gli effetti di una devastante dissenteria tropicalea Zanzibar, ai suoi occhi io sarò un clamoroso bluff. 2) Se combineremo qualcosa, il giorno dopo, gli amici, che già normalmente chiedono particolari pure sui talenti della commessa di Kiko in fase petting, pretenderanno il resoconto dettagliato del nostro incontro con moviole, prove tv e rapido parere in streaming di Pierluigi Pardo. In questo caso, è tutto nelle mani del partner e nella sua discrezione, ma diciamo che il rischio di trovarselo a Pomeriggio 5 che parla delle mie mutande zebrate è sempre in agguato. 3) Video e foto sono pericolosissimi. O lui ti considera la futura madre dei suoi figli o la botta di scemenza di mandarli a qualcuno potrebbe venirgli. Così come a vostra madre il giorno dopo potrebbe venire la botta da matta di comprare un plasma nuovo e di vedervi nelle 76868 tv esposte da Trony mentre vi lanciate da un lampadario Kartell vestite da donna gatto. 4) Gli uomini interessanti spesso non ci provano perché ritenendosi appunto interessanti desiderano distinguersi dalla massa che invece, secondo loro, ci prova. Gli uomini non interessanti non ci provano perché sono convinti che tutti gli uomini interessanti ci provino e quindi loro non hanno speranza. Ne consegue che per anni, a causa dell’equivoco, ci prova solo il filippino delle pulizie perché non vede la tv italiana e capita sempre più di frequente di andare a teatro o a cena con amici gay simpaticissimi che a loro volta vi presentano amici gay simpaticissimi finendo in una spirale drammatica, in cui se entro qualche anno non c’è una svolta fortunata, si finisce a fare le gattare e a leggere i tarocchi in un tinello con la carta da parati beige. 5) Se l’uomo con cui si esce non è sicuro di sé e strutturato, la fama della donna genera frustrazione e competizione. Ci sono donne che hanno annunciato al proprio uomo entusiaste «Sai, condurrò Sanremo!» e si sono sentite rispondere «Vorrei vederti, ma quella sera sarò a cena con un emiro del Qatar che Sanremo l’asfalta entro maggio per farci una pista da go kart». 6) Molti uomini, nell’uscire con una donna famosa, si giocano la carta dell’indifferenza, convinti che fare i fighi anticonformisti li renderà molto interessanti. Per cui se lei fa tv non hanno mai visto la tv, se fa radio loro sentono solo cd di musica classica, se fa la giornalista di costume loro leggono solo il Sole 24 ore, se è una webstar a loro i social fanno schifo. Poi una scopre che su facebook hanno 45 profili falsi e nemmeno uno con un nome maschile, ma questa è un’altra storia. 7) Per il rovescio della medaglia, ci sono uomini che invece escono con te perché più che la tua meravigliosa persona, gli interessano i retroscena di Amici o conoscere tutti i particolari sulla rottura tra Montano o la Mosetti o accompagnarti all’inaugurazione di tutte le pizzerie al taglio con le veline, per cui dopo mezz’ora capisci che se anziché te, davanti a loro ci fosse la Toniolo che racconta di quando le hanno bruciato i capelli con le cartine, sarebbero contenti lo stesso. 8) Gli uomini normali che escono con donne famose subiscono pratiche imbarazzanti che fanno parte di un pacchetto talvolta imbarazzante. Come la gente che chiede loro di scattare la foto ricordo con lei, polverizzando in un attimo qualsiasi barlume di virilità e istinto predatorio in quello che era uscito di casa con propositi da maschio alfa e dopo cinque minuti è maschio Alfa-no. Ovvero inutile. 9) Gli uomini che escono con donne note, in almeno un caso su due, si fanno fregare dal famoso percepito. Non vedono come sei, ti percepiscono in modalità vip ricca e famosa. E la modalità è quasi sempre «stile di vita alto, aspettative alte, iniziative costose e pirotecniche perché chissà questa a cosa sarà abituata». Andargli a spiegare che non bastano tre ospitate a La vita in diretta per essere su Forbes e che a colazione inzuppi le Macine nel latte parzialmente scremato e non infilzi le aragoste nell’acquario in salotto, è sempre impresa piuttosto ardua. 10) Infine, per chi come me è nota soprattutto sui social, c’è l’aggravante «Io con quella non ci esco che poi mi massacra su Twitter», ipotesi che terrorizza anche uomini abituati a imbastire giornalmente conference call con la Merkel per decidere se la Grecia debba uscire dall’euro. E vi dirò: la paura parte dal solito pregiudizio che precede le donne note ed è del tutto immotivata. Per quegli scopi non utilizzerei mai Twitter. 140 caratteri sono pochi per polverizzare un uomo. Molto meglio Facebook. di Selvaggia Lucarelli @stanzaselvaggia