Quelle parole sul giudice antimafia
Miccoli, Lecce contro il calciatore: "Non ci rappresenta"
Le frasi su Giovanni Falcone perseguiteranno ancora a lungo Fabrizio Miccoli. A niente sono servite le scuse, il pentimento, le lacrime: il calciatore, ormai, è considerato una sorta di parìa. Subito fatto fuori dal Palermo, per Miccoli si parla ora di un ritorno a casa al Lecce, che starebbe trattando il suo acquisto. L'accordo è ancora lontano, dicono, il giocatore costa troppo. Ma non sono solo i soldi a tenere lontano Miccoli da Lecce. Ci sono, soprattutto, quelle frasi sul magistrato simbolo dell'antimafia, che in molti, persino nella natìa Lecce, faticano a dimenticare. Dai tifosi salentini alla politica, sono in molti a tifare per la linea dura nei confronti di Miccoli. Linea dura del centrodestra - Spiega Alfredo Mantovani, ex-magistrato salentino ed ex-sottosegretario dell'Interno: "Per quanto mi riguarda, Miccoli non dovrebbe più mettere piede su nessun campo di calcio e mi auguro che il presidente della Figc, Giancarlo Abete, faccia seguire alle parole i fatti con un provvedimento di sospensione per Miccoli". Più sfumato il giudizio di Adriana Poli Bertone, anche lei ex-An, sindaco di Lecce per nove anni: "Non voglio entrare in certe questioni, afferma, ma credo che debbano essere le autorità cittadine a suggerire come sarebbe meglio comportarsi". Il centrosinistra evoca il perdono - Molto più indulgente il centrosinistra locale. Dichiara il consigliere comunale Antonio Rotundo: "Veder giocare Miccoli a Lecce è sempre stato il sogno di tutti noi tifosi. Ora, questa recente vicenda giudiziaria che lo coinvolge ci fa capire che separare i due aspetti non sia poi così facile. Credo spetti alla società valutare e decidere cosa sia meglio fare". Tifoseria spaccata - Ad essere divisi, però, sono soprattutto i tifosi. Qualcuno è pronto a passare sopra la vicenda, pur di vedere Miccoli al Lecce: in fondo, è il ragionamento, ha chiesto perdono, ha negato di essere un mafioso e di voler solo avere la possibilità di dimostrarlo concretamente. Altri, invece, nella propria squadra non ce lo vogliono, non si sentono da lui rappresnetati: ha esagerato, troppo forti le parole contro Falcone, troppo recente la ferita.