Retroscena cult
Bisignani: "Quella volta che Alfanotramò con Maroni contro SilvioIl prossimo libro? Su de Bortoli"
Alfano, Schifani, Verdini, Maroni. Ma anche il direttore del Corriere De Bortoli. Ci sono tutti, in "L'uomo che ussurra ai potenti", il libro-intervista di Luigi Bisgnani con Paolo Madron. Stamattina, il faccendiere coinvolto nelle indagini sulla "P4", non era alla presentazione del volume che uscirà per Chiarelettere il 30 maggio. Ma ha fatto sapere che la sua prossima "fatica letteraria" si intitolerà "Il direttore" e sarà dedicata all'attuale numero uno del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli. Di lui, Bisignani racconta già nel libro presentato oggi, dicendosi amareggiato del fatto che, nonostante la loro amicizia, il Corriere avesse dedicato ai tempi tanto spazio alla vicenda della P4. "Sempre compassato, dotato di una camaleontica capacita' di infilarsi tra le pieghe del tuo discorso e di una grande dialettica, non sufficiente pero' a nascondere il fatto di non aver quasi mai un'opinione troppo discorde da quella dell'interlocutore: democristiano con i democristiani, giustizialista con i giustizialisti, statalista o liberista a seconda di chi ha davanti", lo descrive. I due - ha raccontato Madron - erano così legati che "che spesso la sera prima della chiusura del giornale Ferruccio lo interpellava via sms per la conferma di una notizia, di una nomina o del varo di un provvedimento". Alfano e Schifani - Intrigante la parte del libro che parla dell'attuale ministro dell'Interno, Angelino Alfano, del quale Bisignani traccia un ritratto impietoso: "Ha una vera mania per i giochini sul cellulare, cui non rinuncia neanche durante le riunioni. E poi ha la debolezza di consultare sempre l'oroscopo e di regolare le giornate in base a quel che c'è scritto". Poi la bomba: "Nell'estate 2011, pochi mesi prima del passaggio di consegne delle chiavi di Palazzo Chigi a Mario Monti, Alfano (d'intesa con Schifani) cominciò a muoversi per mettere da parte Berlusconi, nel momento in cui per il Cavaliere iniziava la fase più aspra del calvario politico e giudiziario. Inizialmente Alfano cercò la sponda di Pier Ferdinando Casini, il quale in realtà lo ha sempre illuso. Ma la sua corte cercò di costruirsela incontrando parlamentari nella casa dei Parioli che Ligresti gli aveva fatto avere in affitto. E in più stringendo un asse con Roberto Maroni che preconizzava la morte civile del Cavaliere e l'investitura di Alfano come nuovo leader". E intanto Silvio... - Nel frattempo, Berlusconi corteggiava selvaggiamente Matteo Renzi, il sindaco di Firenze rottamatore. "Lo ha corteggiato in tutti i modi" racconta nel libro Bisignani. "Nei sondaggi riservati a disposizione del cavaliere, Renzi volava, tanto che Berlusconi non si sarebbe mai ributtato nella mischia se dalle primarie fosse uscito vincitore il sindaco di Firenze. Solo Bersani fece finta di non accorgersene, mobilitando tutto l'apparato del partito per batterlo alle primarie. E scavandosi cosi' la fossa". Lo champagne di Scalfari - Di Eugenio Scalfari ricorda di avergli offerto diverse notizie quando era capo ufficio stampa del ministero del tesoro Gaetano Stammati. ''Ogni volta che lo aiutavo a fare uno scoop - ricorda - mi mandava una bottiglia di champagne. Credo che fosse altrettanto con un'altra sua fonte, Luigi Zanda, portavoce di Francesco Cossiga, Al Viminale e poi alla presidenza del consiglio, con il quale credo abbia conservato una forte amicizia''. E c'è pure Elisabetta... - In un capitolo de "L'uomo che sussurra ai potenti", Bisignani racconta di quando il figlio di Gheddafi, Saadi, era stato acquistato dal Perugia di Alessandro Gaucci. E della simpatia che correva tra il rampollo del colonnello libico ed Elisabetta Tulliani, allora fidanzata di Gaucci.