Chi s'accontenta gode
Monti diventa presidenteMa solo di Scelta Civica
di Enrico Paoli L’impresa più dura è stata rimuovere tutte le gigantografie di Gianfranco Fini con le quali i dirigenti di Futuro e Libertà avevano arredato le stanze ereditate da Scelta Civica, in via Poli a Roma. È li che ieri è andata in scena la prima assemblea nazionale del cartello elettorale guidato da Mario Monti che ora vuol diventare partito. Impresa tutt’altro che facile, se dentro ad una stanza grande, ma non certo enorme, le correnti sono pari al numero delle sedie. Altro che vecchia Dc o attuale Pd. Eppure l’ex ministro Andrea Riccardi sfodera un sorriso ottimista che mette allegria. «Il problema di Scelta Civica non è quello delle correnti, ma della nascita di un partito che è ancora una lista elettorale», dice Riccardi, «trasformare un cartello elettorale in un partito e fargli fare i primi passi». Già, ma in quale direzione? Edoardo Nesi, scrittore di successo prestato alla politica, prova a delineare un percorso. «Questa è una ripartenza», dice l’ex imprenditore passato alla scrittura, «pensa che non ci non ci conoscevamo nemmeno fra di noi». E Fli? E L’Udc? «Bah, guardiamo avanti». E già, il voto ha segnato il solco entro il quale dovrà muoversi Scelta Civica che sognava di essere strategico e che si ritrova ad essere marginale. E per capire che le strade fra i tre azionisti si sono separate per sempre basta un piccolo aneddoto. «Ma che succede qui? Cosa c’è?», chiede ironicamente l’ex deputato di Futuro e Libertà Alessandro Ruben, «si sono presi la nostra sede eh? Speriamo che porti loro la stessa fortuna che ha portano a noi...». Fli si è sciolto e nessuno di loro è stato eletto. Nel frattempo Mario Monti prova a fare la sua parte. Come da copione l’assemblea lo ha eletto all’unanimità presidente del movimento, poi la linea: «Il nostro desiderio è quello di aprirci alla possibilità di federare altre forze che siano disposte a battersi per l’Europa e per modernizzare l’Italia al fine di renderla più competitiva e più giusta». Correnti permettendo, anche se il professore è ottimista. «Con Montezemolo, di recente, abbiamo discusso sui modi migliori per avere una migliore sinergia fra Scelta Civica, come movimento politico, e Italia futura, come struttura di pensiero». Insomma, si parlano. Un dubbio però aleggia: chi sarà il leader? Dice Riccardi: «Monti non è figura di garanzia, è figura di leader». E a chi gli chiede se qualcuno dentro al partito abbia dubbi ricorda che «le perplessità ci sono persino su Dio, figurarsi su Monti...».