Rockpolitik

Celentano: critiche a Grillo, Flores D'Arcais e Santoro

Sebastiano Solano

Crepe tra i grillini, divisi come sono tra l'ostracismo ad oltranza che li porta rifiutare qualsiasi alleanza con qualsiasi partito e i possibilisti che, invece, vorrebbero far nascere in qualche modo il governo Bersani. E a tratteggiare la possibile fine politica di Beppe Grillo e il M5s è un grillino della prima ora, un grillino ante litteram, per così dire: Adriano Celentano. Il molleggiato, con una lunga lettera su Repubblica, attacca non solo il comico ma anche tutte le punte di diamante dei professionisti dell'antiberlusconismo: Marco Travaglio, Michele Santoro e Flores D'Arcais. Infine, come anticipato, indossati i panni del veggente, il Molleggiato suona le campane a morto per Beppe Grillo.  Ineleggibilità? Cazzata - Di Marco "manetta", a Celentano non è andata giù la diatriba con Pietro Grasso: "La prima cosa che hanno fatto, sia lui che la Boldrini, (seguendo l´input di Grillo) si sono dimezzati lo stipendio. Ma pare che neanche questo sia bastato a fermare la lingua del 'Marco Quotidiano' a Servizio pubblico". Poi lo infilza: "Perché lasciare intatta la credibilità del nuovo presidente del Senato, potrebbe fare qualcosa di buono e dopo noi ci intristiamo deve aver pensato Travaglio. Poi contro Flores D'Arcais e la manifestazione forcaiola in nomde dell'ineleggibilità di Silvio Berlusconi, definita "una cazzata non soltanto fuori luogo ma decisamente fuori tempo musicale". Quindi ragiona: "Se Berlusconi, che tutti davano per finito, compreso me, non avesse preso quei 10 milioni di voti e fosse crollato, mi domando se a Flores d'Arcais gli sarebbe venuta lo stesso la fulminante idea da 'meschina campagna elettorale', scrive il Molleggiato.  Errori di Pd e M5S - Sempre scrivendo della sacra lotta contro il Cav, Celentano sferra poi un attacco contro Pd e M5s: "E la cosa che più mi dispiace è che anche il M5S e il Pd incorrono nello stesso errore. Cambiamento significa prima di tutto ELEGANZA. E´ chiaro che prima o poi bisognerà farla questa legge (quella sull'ineleggibilità, ndr), che a quanto pare esiste dal ‘57 e la si dovrà rendere ancora più rigorosa e senza sconti per nessuno. Inoltre - conclude - chi avrà pendenze con la giustizia non potrà essere eletto. Ma prima è necessario azzerare il passato".  La giustizia non funziona - Celentano, poi, con qualche anno di ritardo, si scaglia contro il malfunzionamento della giustizia: "Ma oggi c´è molto di sbagliato. Si danno cinque anni alle bravate di Fabrizio Corona mentre chi ha ucciso e commesso stragi, solo qualche anno in più". Poi ritorna sulla telefonata di Grasso a Servizio Pubblico e attacca anche Santoro: "La voce è gentile, nonostante Santoro non sia affatto ospitale, sbrigativo nei modi e piuttosto antipatico col nuovo presidente del Senato, il quale a differenza sua, sempre con gentilezza, non chiedeva altro che un confronto con chi l´aveva attaccato". Grillo destinato a scomparire - L'ultimo affondo il Molleggiato lo riserva ancora a Beppe Grillo, invitandolo all'abbraccio mortale con il Pd: "Attento amico parlante! Lo sai che io ti voglio bene e sono orgoglioso per quello che sei riuscito a fare. Ma mi preoccupa il fatto che se non cambi marcia e aspetti ancora ad innescare quella del vero STATISTA anche se comico (una virtù che manca ai politici) ho paura che il motore si imballi... e questo sarebbe un vero peccato. Praticamente tu spingi Bersani ad allearsi con Berlusconi. Hai mai pensato ai vari risvolti di una così curiosa alleanza?", scrive, per poi profetizzargli la sua futura scomparsa: "Ma se poi questi due si divertono a stare insieme? Perché magari gli italiani sono contenti di come hanno governato... E allora la strana alleanza che doveva durare solo il tempo di una o due riforme, potrebbe protrarsi e durare magari qualche anno, o addirittura cinque di anni... E poi?... Tu dirai si ritorna alle elezioni, ma se poi questi due e anche il resto dei partiti non fanno più tutti quegli sbagli che hanno fatto fino adesso?", conclude Celentano.