Il paragone impossibile

Bergoglio, un Papa "grillino":i tagli come esempio alla Curia

Andrea Tempestini

Lungi da chi scrive voler scadere nella blasfemia, ma nei giorni caldi dell'ondata del grillisimo e dell'odio nazionalpopolare contro la Casta, quella Casta da tagliare, umanizzare e rendere umile, è difficile non cimentarsi in un parallelo tra il leader delle Cinque Stelle e il grande protagonista delle ultime ore, Papa Francesco, cardinal Jorge Maria Bergoglio. Già, perché se Beppe Grillo continua a pontificare sui tagli alla Casta e sui "risparmi" cinquestellati, se predica la decrescita felice e un mondo sostenibile, ecco, le prime ore del Pontificato di Papa Francesco sembrano procedere su un percorso simile. Croce e bus - Innanzitutto la scelta del nome da Papa, Francesco, una decisione dall'impatto simbolico decisivo: il Pontefice predica misericordia, semplicità e umilta. Per prima cosa, poi, la scelta di presentarsi ai fedeli di San Pietro rinunciando alla croce d'oro e indossando quella di metallo (una scelta poi adottata anche dal cardinale Agostino Vallini: un cambio di stile in Vaticano?). Quindi il passato: gli spostamenti a Buenos Aires rigorosamente in metropolitana (mezzi pubblici) e l'abitudine di cucinare. Ma torniamo al presente. Torniamo a mercoledì sera, quando dopo stato essere eletto Papa è tornato a Santa Marta insieme ai cardinali elettori sul bus, rinunciando al mezzo privato. Macchine, scorte, alberghi - Ma è stato il giorno successivo, il giovedì, che Papa Francesco ha spiazzato tutti con una serie di scelte dall'indubbio impatti simbolico. Primo, ha pagato di tasca sua il conto dell'albergo dove alloggiava. Secondo, ha chiesto una macchina meno lussuosa per i suoi spostamenti rispetto a quella in dotazione. Terzo, ha espresso il desiderio di dimezzare la scorta che lo seguirà in Italia. Una serie di tagli belli e buoni. Non quei tagli alla Casta che invoca Grillo, ma una serie di piccole sforbiciate che lanciano segnali precisissimi alla Chiesa Cattolica. Debito - Non è tutto. Ci sono infatti altri spunti che permettono - ribadiamo, non vogliamo essere blasfemi - di notare vaghe analogie tra il Pontefice e Grillo (fermo restando che lo spessore dei due personaggi in questione non è nemmeno lontanamente comparabile). Gli spunti li fornisce Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera con il "dizionario" di Bergoglio. Tre, in particolare, le lettere d'interesse. La prima, la "d" di debito. "Siamo stati molto chiari nel sostenere che la politica economica del governo non faceva altro che aumentare il debito sociale argentino, molto più grande e molto più grave del debito estero", spiegava Bergoglio nel dicembre del 2011. Micro e gay - La seconda lettera è la "m" di micro. "Per contrastare l'effetto della globalizzazione che ha portato alla chiusura di tante fabbriche e la conseguente miseria e disoccupazione - diceva il Papa sempre nel 2001 -, bisogna promuovere anche una crescita economica dal basso verso l'alto, con la creazione di micro, piccole e medie imprese". Infine la terza e ultima lettera, la "o" di omosessuali. In un comunicato ufficiale del 26 novembre 2009, Bergoglio, in un comunicato contro il governatore di Buenos Aires (reo di non aver fatto ricorso contro la sentenza sui matrimoni gay), scriveva: "Non ricorrendo contro la decisione del giudice nel contenzioso amministrativo sul matrimonio di persone dello stesso sesso, ha mancato gravemente al suo dovere di governante e di custode della legge". Tre lettere, tre frasi e tre prese di posizione che assomigliano da vicino a quelle espresse (in modo becero, violento e populista) anche da Beppe Grillo.