Complotti

Giancarlo Tulliani: "Mi hanno trasformato in un mostro per colpire Gianfranco Fini"

Andrea Tempestini

Si torna a parlare di Giancarlo Tulliani, il "cognato" di Gianfranco Fini, apparso in un'aula di tribunale, a Roma, dove si celebra un processo per diffamazione contro Luciano Gaucci, l'ex di sua sorella Elisabetta. L'udienza, in un lungo e dettagliato articolo, è stata raccontata dal quotidiano Il Tempo. In aula, nel mirino alcune sue affermazioni nel corso di una trasmissione tv. E nel corso del processo, Tulliani, argomentando le ragioni per cui ha intentato la causa, è tornato a parlare incidentalmente di ciò che accadde nel 2010, dal "che fai, mi cacci?" di Gianfranco Fini alla vicenda della casa di Montecarlo. Lo sfogo - "Sono stato (...) oggetto di un linciaggio mediatico (...), hanno distrutto la mia immagine, la mia personalità, la mia figura a livello umano, professionale - ha spiegato Tulliani -. Sono stato usato per colpire politicamente il nemico con giornali, televisioni, ricerche, pedinato". Il pm chiede chi fosse il nemico. "Mio cognato (Gianfranco Fini, ndr), che all'epoca era presidente della Camera (...). Lui ha avuto l'ardire di dissentire all'epoca dal signora Berlusconi (...), quindi hanno utilizzato tutti i mezzi leciti e illeciti per distruggere me, la mia famiglia". Complottista - Divaga, Tulliani, e il giudice lo riprende: "Ora stiamo parlando di Gaucci". La risposta: "Io penso che faccia parte proprio di questo quadro, perché in trasmissione dove si parla di società di Berlusconi (L'infedele di Gad Lerner, dove Gaucci ha pronunciato le frasi contestate, ndr), tirarmi fuori per identificarmi come quello che non sono, mi sembra proprio che coincida con quel quadro di diffamazione che ho subito". E ancora, riprende Tulliani: "È stato un killeraggio mediatico".