Magre risate, ma...
Sanremo, Crozza va in panico. Il fallimento di un comico fuori posto e strapagato
di Francesco Specchia Negli anni della contestazione dannunziana, il geniale Ettore Petrolini, reiteratamente offeso durante un monologo, s’interruppe, individuò l’idiota in platea e gli piantò un sorriso nella giugulare: «Vedi, io non ce l’ho con te che mi disturbi ma con il tuo vicino che ancora non ti ha buttato di sotto...». Fu dopo quell’episodio che Petrolini s’inventò, truccato da Nerone, il «Bravo! Grazie!», il più famoso pezzo al mondo costruito sull’interruzione dell’attore in scena. E la stessa fulminea capacità di reazione al dileggio ebbero lo shakespeariano Edmund Kean, il laconico Eduardo De Filippo o tutti i solidi professionisti dell’avanspettacolo italiano. L’esatto contrario di quel che è accaduto, l’altra sera, a Maurizio Crozza. Sentitosi dare ripetutamente del «pirla, basta politica!» da una pattuglia di contestatori -probabilmente semiprofessionisti, ma questo non conta - nella prima serata dell’Ariston, il comico è impallidito all’improvviso. Ha aggrottato il faccione in smorfie d’imbarazzo; ha beccheggiato sul palco come uno a cui hanno appena rigato la macchina, alla ricerca dell’abbraccio di Fazio e della battuta perduta; e, infine, ha balbettato mozziconi di reazione ma con una palla di sego in bocca. Fragilità. E nessuna gestione degli spettatori da parte del professionista Crozza, solitamente avvezzo agli applausi del pubblico pagante di Italialand o dell’attacco indiretto ai politici, a loro volta impediti nel contraddittorio dai collegamenti di Ballarò. Ora, beninteso, Maurizio Crozza rimane il migliore sulla piazza. Oramai, come Jon Stewart in America o la redazione del settimanale Le Canard enchaîné in Francia, è l’autentico punto di riferimento di chi della politica oggi vuol capirci qualcosa. Leggi il commento integrale di Francesco Specchia su Libero in edicola oggi, giovedì 14 febbraio