Rissa rosa

Meloni: "Mi vergognavo del Pdl". Santanchè e Comi all'attacco

Giulio Bucchi

"Mi vergognavo del Pdl". Giorgia Meloni, ospite a SkyTG24, va giù dura col suo ex partito. Lei, militante fin da giovanissima nel Movimento Sociale e poi in Alleanza Nazionale, e ora fondatrice di Fratelli d'Italia con Ignazio La Russa e Guido Crosetto, della sua "diversità" politica ha fattuo una bandiera. Ma la polemica è dietro l'angolo, visto che Pdl e Fratelli d'Italia sono alleati. E così le parole di accusa "ai compagni di viaggio, a quello che il partito faceva, all'incapacità di capire che la crisi della politica è dovuta ad una deriva oligarchica dei partiti" stanno creando un piccolo terremoto nel centrodestra.  Crosetto minimizza - La Meloni, così come La Russa, già in settimana aveva attaccato Berlusconi per il suo costante invito a "votare Pdl e non dare importanza ai partitini". "Noi ci sbattiamo per lui - era l'accusa della Meloni - ed ecco come ci ricompensa". Sulla "vergoga per il Pdl", però, è proprio Crosetto, che veniva da Forza Italia, a minimizzare criticando però la collega: "La Meloni sbaglia a tirare sassi nell'aia del Pdl, anche perché l'unico risultato è che per mezz'ora starnazzano oche, muggiscono vacche, abbaiano cani fedeli e si nascondono i conigli". Non è dato sapere se il riferimento a oche e vacche sia maliziosamente polemico o puramente agreste. Santanchè e Comi infuriate - Rispondono per le rime alla ex compagna di partito, invece, due delle donne più in vista del Pdl, Daniela Santanché attaca: "Sono stupita della vergogna che dice di aver provato Giorgia Meloni a scoppio ritardato per quando stava nel Pdl. Come mai non si vergognava quando è stata nominata ministro del governo Berlusconi? E non si vergognava quando faceva fuoco e fiamme pur di ottenere la presenza di Berlusconi nei dibattiti? E se non si vergognava allora, oggi di che cosa si vergogna?". Lara Comi, europarlamentare e volto scelto da Silvio Berlusconi in persona da mandare nell'arena di Michele Santoro a Servizio Pubblico, è altrettanto dura: "In campagna elettorale spesso i toni diventano aspri ma non bisogna mai che accada che la propaganda soverchi la politica o che la realtá soccomba alla fantasia o peggio ancora alla calunnia. Non è possibile che la Meloni provasse vergogna per il Pdl. Non c'era motivo. Anche perché altrimenti, per la coerenza che dice di volere portare avanti, non avrebbe potuto essere ministro del governo Berlusconi; non avrebbe potuto rimanere presidente dei giovani del Pdl, cioé in un ruolo apicale del Partito".