Lega nord
Franco Bossi, parla il fratello del Senatùr: "Hanno tradito mio fratello, non hanno saputo gestire il potere"
La famiglia Bossi continua a stupire la scena politica. Questa volta però a parlare è Franco, il riservato fratello del Senatùr. In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano emerge la figura di un uomo rassegnato, non più fiducioso verso il progetto leghista e contrario alla leadership di Salvini, che è "incapace di gestire l'eredità di Umberto, lo hanno tradito per prendere il potere e una volta preso non sono stati capaci di gestirlo”. Riguardo a Salvini – Hai tempi di Bruxelles faceva “il tutore di Salvini. Eravamo io e Riccardo Bossi (primogenito di Umberto, ndr) e dopo solo sei mesi mi creda, non ne potevo più : limitare i danni, perdere tempo. Questo facevamo”. E non lo imbarazza il fatto che avesse solo la terza media, quando uno come l’attuale segretario della Lega “cosa ha fatto in vita sua? Glielo dico io: il politico. Punto. Ma io mica ce l' ho con Salvini, per carità. Dico semplicemente che sono stati incapaci di gestire l' eredità di Umberto, lo hanno tradito per prendere il potere e una volta preso non sono stati capaci di gestirlo : non erano in grado Calderoli e gli altri, cresciuti con lui a Roma, figurarsi Salvini”. Il problema sembra essere la strategia comunicativa e i contenuti dei comizi del Matteo leghista “racconta che gli immigrati prendono un sacco di soldi dallo Stato quando la realtà è diversa. Sono tutte parole, tutto un chiacchiericcio inutile. Ne sono morti 800 poche settimane fa, i politici sono andati in tv, hanno promesso, detto, ma fatto zero. Ed è così su tutto. Lui e la Lega - Franco Bossi tiene però a precisare che lui con la Lega ora non ha molto a che fare, e che dopo la malattia del fratello ha perso i rapporti anche con lui, “è finito tutto”. Prima consigliere comunale a Gallarate, poi tecnico dei ciclisti Padani e poi a Bruxelles. Ma, tiene a precisare, “non ho mai avuto la tessera, io sono uno dei pochi che non solo non c'ha guadagnato ma non ha mai chiesto niente. Vivo con la pensione minima”. Presente accanto al Senatùr negli anni ottanta, quando “volavano schiaffoni mica parole, ma schiaffoni veri”, ha assistito il fratello durante la malattia. È lì che ha visto “come si spartivano il movimento. Ho capito che Umberto aveva finito di scrivere la storia e nessuno avrebbe potuto proseguire il suo lavoro”. Bossi senior – Qualche giorno fa, il 13 maggio, anche Umberto Bossi aveva parlato di Salvini. Quando gli avevano chiesto se esistesse al momento un anti-Renzi nel centro destra, lo storico senatùr non si era dimostrato ottimista: “Possiamo individuarlo, anche perché non è difficile trovare una persona più democratica dell’attuale segretario del Pd ed uno che più di lui sappia riattivare la nostra economia”. Su chi fosse il vero leader di centrodestra fra Berlusconi e Salvini, non si era però voluto sbilanciare: “Vediamo come si evolvono le cose, occorrerà attendere anche dopo le regionali secondo me”.