Intervista a Vanity Fair

Andrea Scanzi: "Ho la sindrome della soubrette"

Matteo Legnani

Lampade, autoabbronzante, manicure. No, non sono tre parole tratte dall'intervista di qualche velina televisiva. Ma dall'intervista che Andrea Scanzi, giornalista del Fatto quotidiano e ospite fisso dei talk show, ha concesso a vanity Fair in occasione dell'uscita del suo primo romanzo. Parla, ovviamente, Scanzi anche di politica: di Santanchèdice "mMi tolgo il gusto di trattare certi personaggi come meritano di essere trattati. Non ne ho alcun rispetto, hanno rovinato questo paese". E di tenzi: "Non mi piace per niente. Lo trovo troppo simile a Berlusconi, con in più i difetti della nostra generazione, alcuni dei quali sono anche i miei: fondamentalmente siamo dei cazzari" Ma è il lato più personale dell'intervista che riserva le sorprese. Non che gli piacciano le 40-50 enni (è stato per tre mesi con Selvaggia Lucarelli dopo il divorzio dalla moglie), quella è roba nota. "Mi piacciono le donne, anche troppo. Ma fino a un anno fa si diceva che fossi gay, invece non lo sono, e neanche bisessuale. Traggono in inganno gli orecchini, gli anelli. Una volta, su consiglio di Aldo Busi, ho provato a togliermeli, ma dopo un mese me li sono rimessi". E la sua abbronzatura perenne? "Ho smesso di farmi le lampade due anni fa. Fanno male e sono ridicole, lo so, ma detesto vedermi cadaverico, ho la pelle molto bianca. Oggi ogni tanto mi do uno spray autoabbronzante, o mi faccio truccare in Tv. So che a volte esagero, e cado nell'effetto Carlo Conti". E ancora: "Vado anche dall'estetista, a farmi le mani. Ammetto di curarmi molto, ho la sindrome della soubrette: il complimento più grande che una donna può farmi è dirmi che è venuta a letto con me perché sono bello".