A Piacenza
Bersani va al cinema, nessuno se lo fila. E col renziano è gelo
di Alessandro Menzani A meno di un mese dalle elezioni, e in piena bufera Monte dei paschi di Siena, Pier Luigi Bersani va al cinema. Niente comizi, niente televisione. Eppure nei sondaggi sta scendendo... Nella sua Piacenza, allo spettacolo delle 18 alla multisala Corso, ieri il segretario del Pd assiste alle lezioni di politica di Lincoln, il film plurinominato agli Oscar di Steven Spielberg sulla caccia ai voti dell’ex presidente americano per l’abolizione la schiavitù. Bersani va spesso nella sua città: qui abita sua madre e la moglie, che domenica l’ha accompagnato al cinema, è proprietaria di una farmacia comunale. Il candidato premier di Bettola si è sorbito come nulla fossero due ore e mezzo di film poi è uscito tranquillamente dalla sala buia fino alle vie del centro. Tranquillamente perché i suoi concittandini non se lo sono filati un granché. Nessuna stretta di mano, nessuna foto. Sì sa che i piacentini sono piuttosto chiusi, poco affettuosi, ma quella emiliana è pur sempre una città storicamente rossa, quindi almeno un po’ di passione politica sarebbe dovuta emergere. Invece no. Poche file più avanti al posto in cui era seduto Bersani al cinema se ne stava seduto l’ex sindaco di Piacenza (per due mandati) Roberto Reggi, Pd, ex coordinatore della campagna per le primarie di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze poi sconfitto da Bersani. Tra Reggi e Bersani c’è stato il gelo. Nessun saluto. Lo hanno notato in molti, ma la cosa era abbastanza scontata. Reggi alle primarie ha sostenuto Renzi e non il suo concittadino Bersani, il segretario di partito. Il quale se l’è legata al dito: a Matteo ha fatto scegliere qualcuno dei «suoi» nelle liste, gli ha permesso di scegliere chi voleva con un solo veto. Reggi, appunto. E non è bastata una tranquilla domenica al cinema per fare scendere il disgelo tra i due ex amici.