La Ministra

Maria Elena Boschi, l'infanzia da chierichetta e quell'emozione in Congo

Gian Marco Crevatin

"Quest'esperienza di Governo mi ha cambiato l'agenda, ma non lo stile di vita". Maria Elena Boschi non rinuncia ad ostentare quella normalità che nell'ultimo anno da ministra, fra riflettori, bikini più o meno audaci e paparazzate vip aveva un po' perso: "Prima di andarmene qualche giorno con le mie amiche (in vacanza, ndr), ho passato le ferie con la mia famiglia riunita, i miei genitori, i miei due fratelli, le cognate, come faccio da 33 anni, nello stesso stabilimento balneare. Non è stato certo difficile trovarmi, per i fotografi". (Si poteva) Fare di più - Nella sua lunga intervista-confessione concessa a Famiglia Cristiana ("Sarà raggiante mia nonna, è abbonata!" confessa la dem) si parte dalle manchevolezze del governo Renzi in ambito economico e la Boschi ammette subito che quei provvedimenti "non li abbiamo certo dimenticati. Gli 80 euro per i redditi inferiori a 1.500 euro netti al mese sono stati una priorità del Governo" ma ammette pure che si poteva fare di più. "Certo che si può fare di più, ma quello che abbiamo fatto noi in sei mesi non lo aveva mai fatto nessuno" dice la dem al settimanale di ispirazione cattolica. Suor Maria Elena - Sulla sua popolarità la ministra glissa. "Mi piace il contatto diretto con le persone, che cerco di portare avanti il sabato e la domenica. Ci dicono di non fermarci, di andare avanti, di andare oltre certe resistenze" ma è una Maria Elena estremamente pacata, quasi "assistenziale". Sulla più bella esperienza da ministro, la Boschi si lascia andare e a cuore aperto confessa: "Forse quella in Congo, quando siamo andati a prendere i bimbi adottati dalle famiglie italiane. In quelle occasioni ti rendi conto che il tuo impegno in politica può davvero aiutare a migliorare la vita della gente. Sono rimasta in contatto con suor Benedicta, la suora che gestisce uno degli orfanotrofi in Congo e altre realtà in Italia, anche perché stiamo seguendo i casi di altri bambini e di altre famiglie in attesa" Papa girl - "Mi definirei una cattolica di parrocchia", precisa la demoratica, che da brava politica tenta di tenersi alla larga da qualsiasi classificazione superficiale ma poi alla domanda sulla fede cattolica la Boschi si lascia andare in una lunga confessione sulla sua infanzia: "A otto anni sono stata la seconda chierichetta di Laterina. Ho fatto la catechista per cinque anni e sono stata anche, come si diceva allora, una Papa girl. Ho partecipato a due Gmg, quella di Parigi, nel 1997 e poi quella di Roma, durante il Giubileo del 2000. Esperienze indimenticabili, che vanno oltre l`evento e ti rimangono dentro".