Il caso della lettera

Bernardini de Pace: "In quella lettera non parlavo di Raul Bova"

Lucia Esposito

Il giorno dopo la lettera pubblicata da Il Giornale, Annamaria Bernardini de Pace interviene per dire che no, in quella lettera non c'era nessun riferimento a suo genero Raul Bova (che ha lasciato la figlia dell'avvocato matrimonialista dopo diversi anni di matrimonio). Nella missiva la de Pace accusava questo genere di essere un "traditore, egoista, irresponsabile, sleale". A La Repubblica la Bernardini de Pace ha detto che lo scopo dell'articolo non era quello di raccontare fatti privati ma i "i conflitti di coppia, i tanti che ho affrontato nella mia trentennale carriera”. La risposta - A ulteriore riprova che la lettera era solo una finzione letteraria, l'avvocato fa riferimento alla lettera che oggi, martedì 12 agosto, Il Giornale ha pubblicato nella sezione "Lettere d'estate" la risposta di un immaginario genero alla lettera della suocera. Il titolo è: "Suocera malefica, per avvelenare me intossichi tua figlia". Ecco cosa scrive:  "Se esiste una causa del disastro del mio matrimonio, quella sei tu. Quando lo capirai, per Elisa sarà già troppo tardi".