Rosse di rabbia

Ruby, Silvio Berlusconi assolto. Bianca Berlinguer nasconde la notizia, Lucia Annunziata sbrocca

Giulio Bucchi

La verità fa male, purtroppo. C’è chi, tutto sommato, se ne fa una ragione e chi invece si ostina a menare il torrone, prigioniero di una convinzione cieca, ottenebrato dall’ideologia. Le due zarine della televisione italiana, Bianca Berlinguer e Lucia Annunziata, fanno parte di quest’ultima categoria. La direttrice del Tg3 l’ha fatta facile: semplicemente ha deciso di oscurare la notizia. Mentre l’assoluzione campeggiava in apertura di tutti i quotidiani italiani, sul terzo canale Rai è andata in onda a metà telegiornale. Prima, è stato trasmesso il giro del mondo in ottanta giorni: servizi dalla Malesia, dall’Olanda, da Gerusalemme e dall’Ucraina. Milano è arrivata per ultima, quasi snobbata. Dopo tutto, meglio infilare la testa sotto la sabbia e fare gli struzzi. Chissà se Bianca avrebbe dato lo stesso rilievo anche a una sentenza di colpevolezza... Ma il vero capolavoro è quello di Lucia Annunziata, in un editoriale di fuoco sull’Huffington Post. L’ha presa proprio male, la signora. Prima ha fatto finta di accettare la Caporetto dei manettari: «Tutti a casa, compagni. La guerra è finita e noi la abbiamo persa», ha scritto. «Per venti lunghi anni abbiamo dubitato del nostro Premier, lo abbiamo chiamato puttaniere, e lo abbiamo accusato di uso privato del suo potere. Sbagliato. (...) Ci rassegniamo dunque. Abbiamo sbagliato tutto. Del resto c’è chi vince e c’è chi perde, e tocca accettare le sconfitte». Però poi è arrivato lo sfogo. E con toni sorprendenti: «La parte che mi fa più pena di questa sentenza (sì, ho detto pena)», ha spiegato l’Annunziata, «non è la assoluzione dal reato di prostituzione minorile. (...) Penosa è l’assoluzione dal reato di concussione. Fatemi capire: un premier può telefonare in Questura e fare pressione sui dirigenti dello Stato, sui dipendenti da cui dipende il rispetto della legge, e questo gesto non è pressione, è una legittima iniziativa?». Che la nostra abbia un passato da giudice che ignoriamo? Può darsi. Ma più probabilmente si limita a non conoscere le carte del processo. Infine, un altro commento velenoso: «La seconda lezione da trarre da questa sentenza è fare tanto di cappello al centrodestra italiano. Ha sempre detto che i giudici sono politicizzati. Che sia vero? Oppure i giudici sono molto attenti ai climi stagionali, come spiegarsi altrimenti oscillazioni così radicali tra il massimo di una sentenza e la assoluzione?». Guarda un po’, adesso i giudici sono di parte? Così, tutto ad un tratto le toghe cambiano colore e diventano azzurre? La sconfitta gioca dei brutti scherzi. Farà male, ma bisogna saper perdere. di Malabarba