Destinazione Inferno
Gianluca Grignani parla dopo l'arresto: "L'ansia mi blocca, vivo di Lexotan"
Chi non ha peccato scagli il primo Lexotan. O lo Xanax, l’En o il Tavor, o tutti quegli psicofarmaci di cui sono pieni gli armadietti dei medicinali degli italiani, almeno 11 milioni, secondo le stime. L’arresto di Gianluca Grignani, sabato sera a Riccione dopo un attacco di panico, una lite casalinga e una rissa con i carabinieri, ha scatenato commenti come “artista maledetto”, “fine della carriera”, “anima persa” e altre ovvietà. Certo, non è piacevole vedere le fragilità umane, i lati oscuri, le debolezze di un artista affermato che ha cantato alcuni pezzi rimaste nel cuore. Non sono nemmeno da giustificare l’uso di droga o l’abuso di alcol, per carità. Ma forse non è il caso di dare giudizi, almeno non per ora perché, per quello che sappiamo, quello che è successo a Gianluca Grignani, 42 anni, è stato un violentissimo attacco di panico. E con queste parole, «attacco di panico», non si può scherzare. Ieri il suo arresto è stato convalidato. Il cantante di Destinazione Paradiso è stato rimesso in liberà e ha l’obbligo di firma per tre volte alla settimana. Lo ha stabilito l’udienza di ieri mattina per direttissima al Tribunale di Rimini. Il cantante è accusato di resistenza e lesioni aggravate per aver aggredito due carabinieri, sabato scorso, mentre si trovava in vacanza con moglie e i figli a Riccione. La telefonata ai militari sarebbe partita da un famigliare (qualcuno dice un cugino, lui parla di un «amico») dopo una lite in cui Grignani era apparso estremamente agitato. Dopodichè sono arrivati i carabinieri: c’è stata una rissa e, per calmare l’artista, sono state necessarie alcune flebo all’ospedale. Scrive il cantante sul suo profilo Facebook, in cui offre la sua versione dei fatti: «Non sono una persona facile. E non lo sono né per me, né per chi mi sta intorno», ammette. «Non sono in questura né in ospedale, ma a casa con Francesca e i bimbi», scrive, «ieri (sabato, ndr) ho avuto una giornata difficile. Brutta. Sì, perché capita anche a noi privilegiati, quelli per intenderci baciati dalla fortuna e dal successo, quelli che non sono costretti ad alzarsi tutte le mattine all’alba per andare a lavorare e tutto quello che meglio vi viene da pensare. Ero stanco, nervoso, ansioso, mi è venuto un attacco di panico, ho avuto paura, e ho perso il controllo». Continua: «Non ce l’avevo con nessuno, non ho alzato le mani su nessuno, stavo male, ho bevuto, quando Francesca ha capito la situazione si è allontanata con i bimbi e ad assistermi è rimasto un mio amico. Mi mancava l’aria, mi mancava tutto, avevo evidentemente bisogno d’aiuto e abbiamo chiamato i carabinieri. Non ho buttato nessun rappresentante dell'Arma giù dalle scale, non ho aggredito nessuno», racconta, smentendo le prime ricostruzioni, «ma ero in stato confusionale e caricarmi sull’auto non è stato semplice e probabilmente è volata qualche spinta». «Voglio scusarmi con i carabinieri intervenuti sul posto», continua, «e con chi se l’è dovuta vedere col peggio di me. Che c’è, è sempre li, da doverci fare i conti tutti i giorni. E a volte esagera». Probabilmente Grignani scriverà una canzone su quanto è accaduto. Gli artisti non hanno paura di raccontare i propri lati oscuri. Sicuramente ha dei problemi, lo ammette lui stesso. Ieri il sito di Vanity Fair ha raccontato che la giornalista della testata Silvia Nucini ha incontrato a Riccione Grignani il giorno prima dell’arresto. Avevano appuntamento per un’intervista per il lancio del nuovo disco, in uscita a settembre. Ecco cosa dichiarava pochi giorni fa: «L’ansia mi blocca, vivo di Lexotan, ma non ho dipendenze». La giornalista ha assicurato che e Grignani e Francesca avevano tutta l’aria di una coppia felice, serena. Torna in mente che lo scorso maggio il cantante era apparso ubriaco e barcollante sul palco del concerto di Omar Pedrini. Forse l’arresto, paradossalmente, potrebbe dargli la forza per un nuovo inizio. La Destinazione Inferno può essere cambiata, se lo vuole. di Alessandra Menzani