Come è acculturato lei...
Paolo Villaggio, i consigli per fare la figura degli intellettuali
La scena rimasta nell’immaginario cinematografico è quella di Fantozzi subisce ancora, in cui Paolo Villaggio viene interrogato dal terrificante Franchino, un hippy obeso, pelosissimo e con le ascelle che ruggiscono per il fetore ogni volta che le alza, rimorchiato dalla signorina Silvani durante un campeggio aziendale (per cena, grigliata di pesce ratto, che «può piacere o non piacere»). Domanda dell’orrendo giovanistro, dotato di evidenti simpatie sinistrorse: «Che cos’è la prostata?». Risposta di Fantozzi: «Dicesi prostata... Di persona quasi sdraiata a terra a faccia in giù in atto di adorazione». Anzi, no: «Ah, la prostàta! Un dolce, lo faceva anche mia nonna, può essere con i mirtilli...». Segue ulteriore umiliazione, con Franchino che chiede: «Che cos’è un kibbutz?». E Villaggio che azzarda: «Dicesi Kibbutz... L’espressione dialettale interrogativa, molto spaventata, usata dalle contadine di Alberobello quando sentono battere alla porta del trullo: “Kibbutz?”». Il film è in questione è del 1983, ma le domande succitate provengono da un libro scritto da Paolo Villaggio nel 1972, nato probabilmente da un suggerimento di Umberto Eco, intitolato Come farsi una cultura mostruosa. Si trattava di un’esilarante parodia dei telequiz dell’epoca, che in effetti richiedevano ai concorrenti il possesso di una buona quantità di nozioni. Di cui, con tutta evidenza, lo stesso Villaggio sulle prime era sprovvisto. Anche perché - così spiegava l’introduzione - «agli inizi della sua esistenza Paolo Villaggio viveva praticamente allo stato brado. Aduso a frequentare, per necessità vitali, i corridoi di una grande industria, egli viveva coperto di grisaglie taglia 48 e si esprimeva soltanto con fonemi privi di senso comune. Più volte infatti fu catturato dai guardiani di prestigiosi giardini zoologici di Oltreoceano e a stento poté esserne liberato in virtù dell’intervento di amici influenti, tra cui compassionevoli cardinali». Ora quel libretto - divenuto nel corso degli anni un oggetto di culto - torna sugli scaffali in una nuova edizione (Come farsi una cultura mostruosa oggi, Cairo editore). Certo, adesso per partecipare ai game show non servono le stesse nozioni di un tempo, ma il manualetto è comunque utilissimo. Potete sfruttarlo se invitati a una cena di intellettuali pedanti oppure utilizzarlo per non sfigurare quando si parla di nuove tecnologie, internet e tablet di vario genere. Non a caso il volume contiene numerosi quiz dedicati all’attualità. Certo, non mancano i grandi classici. Per esempio, alla voce «Erode» troviamo queste possibili soluzioni: «Isola ridente del Mare Egeo»; «Notissimo pediatra fondatore dell’omonimo istituto per l’infanzia abbandonata»; «Cattivissimo re biblico»; «Curiosa espressione romanesca sostitutiva dell’italiana “Ma che cosa vuoi?”... “Ma che tte rode”?». A voi la risposta. Ma veniamo all’attualità, precisamente alla voce «hashtag». Scegliete fra: «Personaggio letterario del romanzo Moby Dick, creato da Herman Melville (il famoso capitano Hashtag)»; «Divinità babilonese, omologa della dea sumera Inanna»; «Carattere utilizzato in alcuni social network per creare etichette»; «Località sciistica molto in voga tra le classi agiate: “Tu dove te ne vai per la settimana bianca?”. “Ah, io quest’anno me ne vado ad Hashtag”». Secondo me la risposta giusta è la prima. Così come, alla voce «Wikipedia», la definizione corretta è chiaramente questa: «Malattia venerea diffusissima nella Bassa Sassonia fino alla prima metà del 1800, testimoniata fra l’altro dallo storico Heinrich Graetz». Sono indeciso invece sulla voce «Assange». Sarà «indicativo presente del verbo “assaggiare” in lingua francese: “Je assangé le soufflè, parbleu!”» oppure «lassativo particolarmente potente, utile in presenza di gastriti, coliti, esofagiti, ecc» o ancora «giornalista canuto»? Mah. «Fornicare», invece, potrebbe significare «Preparare il pane in casa da dilettante», mentre lo «Spread» è un «Film d’azione con Keanu Reeves e Sandra Bullock» o forse «l’architetto personale di Adolf Hitler nonché ministro per gli armamenti del Reich (Albert Spread)». Per veri intenditori è la voce «Krugman». Ecco le possibili definizioni: «Cognome del popolarissimo protagonista della saga horror Nightmare (Freddy Krugman)»; «Famoso parco naturale del Sudafrica»; «Economista statunitense citato a sproposito nei talk di approfondimento politico per intimidire l’avversario: “Mi permetta di ricordarle, come ha detto Krugman...”»; «Tra i più famosi supereroi dei fumetti, assieme a Superman e Batman». Per dire quanto sia sul pezzo Villaggio, c’è pure una voce «Mika». Le risposte sono quattro, ma sono indeciso fra queste: «Tra le più celebri voci della discografia italiana, soprannominata la tigre di Cremona» e «Tra le più celebri voci della discografia italiana, soprannominata Mika la rossa o anche la Pantera di Goro». di Francesco Borgonovo