La rivolta dell'ad
Moretti (Fs) si difende : "Guadagno meno di Santoro"
Gli sono piovute addosso tante critiche per la sua minaccia a Matteo Renzi a proposito di tagli ai compensi dei super manager, ma Mauro Moretti tira dritto per la sua strada. "Se mi abbassano lo stipendio me ne vado", ribadisce senza modificare di una virgola quello che aveva già detto sull'ipotesi di ridimensionare la sua busta paga da 873.666 euro l'anno per renderla uguale a quella del presidente della Repubblica: 248mila euro. Troppo poco. "Guadagno meno di Santoro", tuona Moretti nell'intervista rilasciata al Corsera. Il Santoro di cui parla dovrebbe essere Michele, di Servizio Pubblico, di cui però ufficialmente non si conosce il cachet che prende da La7. E infatti Antonella Baccaro glielo fa notare. "Che c'entra?", gli fa dice la giornalista. E lui dà una risposta che non è una risposta: "Senta sono cose che ho già detto altre volte: nulla di nuovo". I sacrifici richiesti a tutti, "io li ho già fatti. Il mio stipendio è già stato tagliato del 50%", ha voluto puntualizzare l'ad di Ferrovie. "Non mi sono mai lamentato", ha poi aggiunto, "però faccio notare che prendo la metà del mio predecessore (Elio Catania, ndr) che ha lasciato due miliardi di perdite mentre io le Ferrovie le ho riportate in utile: 450 milioni di utile". "Io", spiega Moretti, "sono contrario ai tagli lineari e questi sono lineari. Punto".