Trent'anni dopo

Zico sul Mundial '82: "La vittoria dell'Italia ha rovinato il calcio"

Roberto Procaccini

Sono passati trent'anni, ma Zico rosica ancora. Era il 5 luglio 1982 quando allo stadio Sarrià di Barcellona l'Italia di Dino Zoff e Pablito Rossi stese il Brasile con un pirotecnico 3 a 2. Oggi, all'indomani delle dimissioni da commissario tecnico dell'Iraq, il vecchio campione carioca torna su quella giornata: "E' una partita che ha cambiato la storia del calcio". In peggio, si intende. Secondo l'ex numero 10 dell'Udinese, la nazionale verde-oro del mondiale spagnolo era una "squadra fantastica, riconosciuta in tutto il mondo, e ovunque andiamo la gente ci ricorda. Se avessimo vinto quella partita - aggiunge - il calcio probabilmente sarebbe stato differente". Già, perché secondo Zico quel Brasile era un'immagine del bel gioco: la sua vittoria, quindi, sarebbe stata l'affermazione dell'estetica nel calcio. La vittoria dell'Italia, invece, è stata la vittoria del catrenaccio, del pragmatismo, della furbizia. Con l'Italia Mundial si sono poste, secondo Zico, "le basi per un calcio nel quale bisogna conseguire il risultato a qualsiasi costo - ma non solo -, un calcio fondato sulla distruzione del gioco avversario e sul fallo sistematico. Quella sconfitta - conclude - non fu positiva per il mondo del calcio".