Guerra di parole
Travaglio attacca Repubblica per difendere Grillo
Marco Travaglio dedica oggi il suo editoriale per attaccare Repubblica che si è permessa ieri di dare del "fascistone" a Beppe Grillo. Non si doveva permettere Francesco Merlo di pubblicare l'antologia dei peggiori commenti apparsi sul blog del leader del Movimento Cinque Stelle. Commenti che sono serviti al giornalista per mettere in guardia i lettori contro i terribili rischi che corre l'Italia a causa della gogna messa su da Grillo e dalla sua setta. Travaglio non ci sta a veder definito nero su bianco il comico genovese come un fascistone che "brucia simbolicamente il nemico", come un terrorista che emette "comunicati con la numerazione progressiva come le Br", come "l'erede del giornalismo berlusconiano: disprezzo, insulto, gogna, neppure una parola ispirata alla vera carità". E allora che fa? Si mette a fare un lungo elenco di giornalisti, di oggi e del passato, che, secondo lui, come Grillo storpiano i nomi per ferire gli avversari. E per dimostrare che non è vero che "il nome storpiato è una tencica antica della destra italiana", cita Fortebraccio, Sergio Saviane, Michele Serra e perfino Roberto Benigni. "Tutti fascistoni a loro insaputa?", si chiede Travaglio che poi però si risponde da solo: No. "Forse Merlo è di cattivo umore, o semplicemente ha mangiato pesante".