I privilegi degli ex
Prodi in panne sull'autostradacon cinque auto di scorta
Per un guasto al motore, l’auto blindata su cui viaggiava venerdì notte Romano Prodi ha dovuto fare una sosta obbligata in un’area di servizio vicino a Trento. Ferme sull'Autobrennero anche tre auto dei carabinieri (che in borghese componevano la scorta) e due della polizia stradale, fatte convergere sul posto da san Michele all’Adige per motivi di sicurezza. E’ quando racconta il quotidiano 'l'Adige', secondo cui l’ex presidente del Consiglio stava tornando a Bologna da una festa privata organizzata nel Vorarlberg (in Austria) da Michl Ebner, ex parlamentare Svp e potente imprenditore bolzanino. Attorno alla mezzanotte all’area di servizio "Paganella ovest" è intervenuto un carro attrezzi privato per caricare la pesante auto blindata, ferma per un guasto al motore, su cui viaggiavano oltre all’ex presidente della Commissione europea, la moglie Flavia e il fratello Paolo (già rettore dell’Università di Trento). Verso l'una di notte è arrivato un altro mezzo adeguato per consentire la ripartenza di Romano Prodi alla volta del capoluogo dell’Emilia Romagna. Ma Prodi sente il dovere di rettificare "false informazioni volte a gettare discredito". E così l'ufficio stampa dell'ex premier dirama una nota minacciando, se necessario, il ricorso ai propri legali per tutelare il suo buon nome. "La notizia pubblicata dall’Adige (Prodi in panne su A22) e ripresa da altri organi di informazione è totalmente falsa", scrive l'ufficio stampa. "L’unico elemento di verità è che verso la mezzanotte del 5 ottobre, l’auto su cui il Presidente Prodi viaggiava con la sua scorta, si è rotta. Con difficoltà è stato raggiunto un’area di servizio (Paganella ovest) dove è stato preso atto che l’auto non era più in condizioni di viaggiare. Nella stessa area di servizio si trovava già presente un’autovettura della polizia stradale alla quale la scorta si è rivolta per avere aiuto". "E' stato chiamato un carro attrezzi - prosegue l’ufficio stampa di Prodi - e la questura ha disposto l'invio di un’auto per accompagnare il Presidente a destinazione. Questo e niente altro è accaduto. Nessun blocco dell’area di servizio, nessuna auto dei carabinieri. Dovrà ora essere accertato chi e a quale scopo ha diffuso false informazioni volte a gettare discredito sul Presidente stesso. Se necessario il Presidente si rivolgerà ai propri legali al fine di tutelare il proprio buon nome".