Mentana: De Benedetti non fa politica
"Lo dico con molta chiarezza: non è che me ne andrei se ci comprasse il Gruppo Editoriale L’Espresso, perché non ci sono controindicazioni, a differenza del gruppo di Silvio Berlusconi. Non ho mai lavorato con l’editore de L’Espresso e La Repubblica, non mi hanno mai cacciato, Carlo De Benedetti non si è mai presentato in politica, non ha un partito e soprattutto De Benedetti non è candidato premier", ha sottolineato Mentana durante un'intervista a 24 Mattino, in onda su Radio 24. "Preferisco in generale avere un editore che non riverbera, neanche involontariamente, le sue tendenze politiche sul prodotto. Anche se molti parlano del partito di Repubblica - ha precisato Mentana - l’interesse prevalente industriale di De Benedetti è l’editoria. Poi noi siamo bravissimi in Italia a colorarè tutto. In Italia non ci sono editori puri e la storia di De Benedetti viene da altri settori a cui si è aggiunta l’editoria ma in questo momento per dire il vero fa solo l’editore". Non c'è dubbio che attraverso La Repubblica si fa un pò di politica. Però non è che fare l’editoria comporta l’essere completamente adamantini e neutrali rispetto la politica. Ci sono fior di editori puri in giro per il mondo che poi piazzano le loro corazzate a favore di uno o l’altro candidato alle elezioni. Stabilmente magari", ha concluso Mentana. Anche sull'eventuale acquisto de La7 da parte di Murdoch Mentana diche "non ci sono contraddizioni, perché stiamo parlando di gente che sa come si fa la televisione, che ha robuste dotazioni di diritti in library che potrebbe sinergizzare molto bene. Murdoch sì, Berlusconi no Quanto all’interesse di Mediaset, che sembra destinato a non concretizzarsi, “se tiro un sospiro di sollievo? No. Mediaset è un player del mercato, non è Hitler -ha detto Mentana - Non sto a fare l'esame del dna agli eventuali compratori. Ho detto sin dall’inizio che il mercato è il mercato. Se una emittente è in vendita si faccia avanti chi vuole e poi se ha i requisiti e la compra non è che bisogna leccarsi le ferite. Tuttavia io ho spiegato che nel caso di Mediaset me ne andrei per un motivo di storia e di coerenza personale". "Il fatto di essere stato licenziato in tronco in una notte ed essere stato riassunto per decreto di un giudice, poi subito dopo l'azienda ha contrattato come unica possibilità l’uscita coatta, sia pur ovviamente remunerata, è un elemento - ha spiegato Mentana- di chiusura definitiva dei rapporti. Non ero precisamente un usciere, che peraltro rispetto come professione, ero il direttore editoriale di Mediaset e sono stato messo alla porta. Non serbo rancore però la coerenza ci vuole”