Le magagnette del paraguru
Giorgio Gori, lo spin doctor di Renzi? Più che altro è un pinocchio
Più che spin doctor, un gran pinocchio. Giorgio Gori, ex enfant prodige della tv italiana, al momento di diventare collaboratore principale del sindaco di Firenze Matteo Renzi, aveva giurato che avrebbe lasciato la televisione. Solo politica nel suo futuro, a maggior ragione ora che il suo pupillo sfiderà Bersani e Vendola nelle primarie del centrosinistra. Non proprio vero. Gori, rileva Vittorio Malagutti sul Fatto quotidiano, ha sì lasciato ogni incarico in Magnolia, la società di produzione tv da lui fondata nel 2001, ma si tiene ben stretto le azioni del gruppo. E' un gioco di scatole finanziarie: Gori, assai vicino a Enrico Letta e visto al think net democratico Vedrò deteneva il 4% della Zodiak, una holding parigina che controlla Magnolia e altre aziende per un valore di oltre 400 milioni di euro (Gori ha però cerduto ogni azione di Zodiak). Un bel gruzzolo, anche se ultimamente per Gori le caso vanno male: la Zodiak ha chiuso il bilancio del 2011 con un rosso di 14 milioni, nel 2010 era addirittura di 100 milioni. Conti traballanti che hanno costretto la holding a chiedere un prestito di 160 milioni di euro a gennaio da una pattuglia di banche internazionali guidate dalle italiane Intesa e Mps e dalla francese Bnp Paribas. Nota: il 13 settembre 2012, Gori, ha annunciato le dimissioni da qualsiasi incarico e la vendita di tutte le azioni possedute nella Zodiac, e ha successivamente ceduto la sua quota di partecipazione.