Siamo al capolinea

Antonio Socci, la verità sul governo che non vogliono ammettere: "Non c'è più un euro in cassa"

Gino Coala

Anche il più sfegatato fan di questo esecutivo ha, oggi, la sensazione che il governo si sia cacciato in un vicolo cieco e che sarà molto difficile uscirne senza danni, per l' attuale maggioranza o per il Paese. Leggi anche: Conte, la trattativa disperata sulla manovra con l'Europa: come lo mandano al macello Ormai si è capito, infatti, che la Commissione Europea - su mandato di Germania, Francia e degli altri paesi "amici" che vogliono l' Italia sotto scacco - non mollerà mai perché vuole far pagare al governo Lega-M5S le sue posizioni anti UE, per dare una lezione a tutti i "sovranisti" (colpirne uno per educarne cento), anche in vista delle prossime elezioni europee. La Commissione europea ha in mano la corda (fornitale da chi, nei decenni scorsi, ha ceduto gran parte della nostra sovranità a Bruxelles), mentre il governo italiano ha il nodo scorsoio al collo (per la pesantissima eredità dei governi passati). Dunque: o il governo cederà ai diktat della Ue - e così farà una figura barbina e subirà una sconfitta grave che ne minerà la stabilità - o terrà duro, ma facendo subire al Paese la procedura d' infrazione e la guerra dei mercati contro di noi. In entrambi i casi l' attuale maggioranza sarà in pericolo. Il tentativo penoso che il governo sta facendo in queste ore è quello di ammorbidire i toni, di mostrarsi dialogante e cedere solo un pochino (uno 0,2 del famoso 2,4 per cento di deficit per il 2019), in modo da poter dire di aver pareggiato la partita e aver comunque portato a casa l' obiettivo. Ma è un' illusione, perché alla Commissione europea non importa un fico secco quella promessa dello 0,2 per cento in meno nel deficit. Ciò che vogliono è la capitolazione e l' umiliazione politica del governo italiano. Come accadde con Tsipras in Grecia. E tutto fa pensare che otterranno una resa sostanziale. Certo, è una vicenda assurda e ingiusta. Sappiamo infatti che la Ue ha sempre chiuso tutti e due gli occhi per le trasgressioni degli altri paesi (in primis Francia e Germania) e sappiamo benissimo che il 2,4 per cento di deficit (che è peraltro sotto il limite del 3 per cento di Maastricht) è tutt' altro che un' enormità, giacché è la soglia su cui si sono attestati anche i precedenti governi italiani (peraltro la procedura d' infrazione per debito eccessivo, di per sé, chiama in causa più i governi del passato, che il debito l' hanno aumentato, che l' attuale). PADRONI IN CASA PROPRIA Ma questa non è una controversia fra ragionieri, né è una partita alla pari. È una dura guerra politica fra la UE e l' Italia. La UE - a guida tedesca e francese - vuole che il governo italiano soccomba perché l' Italia rimanga sottomessa (e sempre più asservita agli interessi altrui), mentre il governo italiano vorrebbe riprendersi pezzi di sovranità in politica economica. A questo punto - siccome pare che sia la UE a vincere questa battaglia (salvo imprevisti) - si tratta di chiedersi dove ha sbagliato l' esecutivo Lega-M5S. Certamente non ha sbagliato a darsi l' obiettivo di tornare ad essere padroni in casa propria, perché - di questo passo - l' Italia si ridurrà ad essere totalmente asservita ed economicamente collassata. Il governo non ha sbagliato nemmeno nella diagnosi, perché è ormai evidente a tutti che la politica di austerità, imposta in questi anni dalla Ue, ha dato risultati disastrosi, massacrando la nostra economia nazionale e la nostra gente, oltretutto facendo aumentare pure il nostro debito pubblico (anziché diminuirlo). L' altroieri lo ha detto anche l' Institute of International Finance: «L' austerità di bilancio è un errore». La controprova è data dagli Stati Uniti che - adottando una politica espansiva - hanno visto aumentare il loro Pil molto più dell' Europa e oggi con Trump hanno risultati eccezionali, anche sul lato dell' occupazione. Ma allora dove ha sbagliato il governo? E' stato fatto, all' inizio, un errore puerile. L' esecutivo si è presentato così: «In campagna elettorale abbiamo promesso a, b e c, dunque gli italiani devono avere tutto e subito e noi lo daremo perché manteniamo la parola data». RAGIONAMENTO DILETTANTESCO Ma questo è un ragionamento dilettantesco, che non tiene conto delle compatibilità, della complessità dei problemi di questi anni, del contesto internazionale, dei vincoli a cui siamo sottoposti e dei tempi che l' economia e la politica esigono. Gli italiani non sono stupidi. La maggior parte di loro avrebbe compreso benissimo un altro leale ragionamento di verità. Il governo avrebbe dovuto dire: «Cari italiani, i governi che ci hanno preceduto ci lasciano un' eredità pesantissima, sia per il debito pubblico, sia per le condizioni della nostra economia (siamo ultimi per la crescita in Europa). Noi governeremo cinque anni e, in questo lasso di tempo, realizzeremo quello che vi abbiamo promesso. Ma prima occorre che ripartano la crescita economica e l' occupazione perché se i soldi non ci sono, non si possono nemmeno distribuire. Oltretutto - da quando l' Italia ha ceduto la sovranità monetaria - tutto per noi è più arduo e faticoso». Con una manovra economica simile a quella di Trump, basata su detassazione e investimenti in infrastrutture e in settori produttivi che attivano occupazione e reddito, anche un eventuale deficit previsto al 2,4 per cento sarebbe passato in Europa, perché sarebbe stato possibile dimostrare che quella politica economica generava crescita e faceva diminuire il debito pubblico. Invece hanno varato una manovra - per così dire - "distributiva" quando non c' è nulla da distribuire. Una manovra centrata specialmente sul reddito di cittadinanza che al momento non ha nemmeno strutture che possano farlo funzionare, ma soprattutto un reddito di cittadinanza che in questa situazione non ci possiamo permettere e che non genera sviluppo, deprimendo ancor di più l' economia (e deprimendo l' Italia produttiva già troppo tartassata). Così hanno consegnato in mano alla Commissione Ue la corda e quelli la stanno usando. A questo punto resta da capire un altro mistero. Perché il governo - conoscendo questa situazione - fin dall' inizio ha fatto la voce grossa, sfidando la Commissione europea? Era logico pensare che avessero una carta riservata da giocare per vincere. Invece si scopre adesso che non hanno nulla. Dunque hanno dichiarato guerra e un nemico più forte sapendo di non avere né le armate per combattere, né un piano di fuga. E' un errore enorme. MOSSA DEL CAVALLO Peraltro quand' anche accadesse il miracolo di un "via libera" dall' Europa, per qualche 0,2 per cento in meno di deficit, il tracollo sarebbe solo rimandato, perché il dato Istat del terzo trimestre 2018 parla già di economia stagnante e porta il tasso di crescita tendenziale (annuo) del Pil dall' 1,2 per cento allo 0,8. Se consideriamo che a dicembre si dissolverà pure lo scudo rappresentato dal "quantitative easing" (l' acquisto di titoli di Stato da parte della Banca centrale europea) c' è da tremare. Va detto che questo vicolo cieco è anzitutto responsabilità del M5S, che è il socio di maggioranza del governo e che si è impuntato sul "reddito di cittadinanza". La Lega, in soli cinque mesi, ha realizzato obiettivi politici molto importanti. Anzitutto sull' immigrazione perché, col ministro Salvini, è riuscita non solo a far crollare gli sbarchi, ma anche a far accettare, nella Ue, l' idea che l' Italia non è il campo profughi dell' Europa e dell' Africa e che non si può più subire l' emigrazione incontrollata del passato. Anche sull' ordine pubblico i risultati - in soli cinque mesi - sono più che positivi. E' evidente che - sebbene socio di minoranza - la Lega esprime una capacità di governo largamente superiore al M5S (i sondaggi mostrano che gli italiani se ne sono accorti). Inoltre il partito di Salvini ha le idee che - anche in economia (e sulla Ue) - sarebbero quelle giuste da realizzare (dispone pure di uomini competenti). Perciò a questo punto solo la Lega e il suo leader possono escogitare una "mossa del cavallo" che ci porti fuori dal vicolo cieco. E' urgente. Qualunque essa sia. di Antonio Socci