L'analisi

Giuliano Ferrara: "Perché ci faranno tutti a pezzi"

Lucia Esposito

Giuliano Ferrara parte da una domanda semplice, che è quella che ci poniamo tutti in questi giorni di totale smarrimento dopo le stragi di Parigi. La sua risposta è come sempre molto articolata e argomentata, l'ex direttore de Il Foglio spiega come a chi, come il direttore di Repubblica, sostiene che "la nostra libertà fa paura", lui risponde: "la nostra paura li incoraggia".  Rivolgendosi ai lettori, l'elefantino, li mette in guardia da tutti gli esperti militari scrive: "Guardati da chi la sa lunga sull'atlante geografico, scambiato per "terreno" e pretende di guidarti fuori dallo scontro di civiltà e di guerra di religione in nome di una presunta scienza non valoriale, fredda e chirurgica come la più nichilista e riluttante delle storiografie e delle sociologie".   Guerra di religione - Ferrara spiega che quella in atto è una guerra di religione, uno scontro di civiltà ma a combatterlo, per adesso, sono solo loro i combattenti islamici. "Il terrorismo non esiste, i servizi possono poco, c'è una guerra religiosa e blasfema, ma blasfema per noi. Per loro è una guerra santa".  Ferrara evidenzia come la nostra civiltà sia "in decadenza", ci definisce "apostati del cristianesimo". La differenza è che loro "di Dio ne hanno uno solo, di libro uno solo ed è chiarissimo nella prescrizione legale del dovere di ogni buon musulmano annientare chi non lo è". Lo scenario  - Ed è per questo sostiene Ferrara che "ci conquisteranno, dopo averci fatto a pezzi noi e il nostro politeismo dei valori, noi e il multiculti, noi e il meticciato, noi e le nostre pillole abortive (...) noi e  la decristianizzazione spiritualistica che sputa sulla chiesta, sul clero, sulla curia, sui simboli della morale cattolica". Ferrara individua anche una soluzione: l'unica superiorità è la combinazione di abbondanza e di tecnologia e l'avenguardia o la guarnigione di superiorità che si chiama Israele. Bisogna andare lì e inondoarli di democrazia armata e capitalismo, sfamarli, organizzarli, rispettando il loro credeo e imponendo il rispetto del nostro a viva forza".