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Filippo Facci: Guarda

Giulio Bucchi

Confesso, non me ne frega quasi niente dei due reporter uccisi ieri in Virginia in diretta televisiva. Non me ne importa quasi un accidente che l'assassino fosse un collega della vittima e che ha mostrato il suo gesto via twitter prima di tentare il suicidio. Scrivo "quasi" perché nel vedere il video ho provato pena per i trucidati, è un riflesso condizionato: ma a parer mio resta un omicidio come tanti di cui non si parla. Questo poi, non mi pare abbia nessuna particolare rilevanza sociale o d'altro genere, fuorché per una cosa: c'è il video, e possiamo cliccarlo per rivederci duecento volte l'ammazzamento. Dunque la notizia, più che una rilevanza, ha un mercato, possiamo dire al lettore: «Guarda». Poi c'è che l'assassino ha postato sui social network i video in soggettiva dell'omicidio, e questo ha reso tutto molto attuale, inoltre l'assassinata era una giornalista. Anche questo spazio ha giustificato lo spazio spropositato che le home page dei quotidiani hanno dedicato all'argomento. Ora fioccheranno i retroscena e i giornaloni scriveranno commenti, magari qualcosa sui social network o sul modello-Isis di uccidere e vantarsene in video, oppure si tireranno in ballo i soliti sfondi razziali (l'assassinio è un nero che ha sparato a due bianchi) o chissà che altro. Cazzate che dureranno un giorno. PS: martedì sera, a Pontecagnano, vicino a Salerno, un 45enne è stato crivellato da dieci proiettili. Però manca il video. di Filippo Facci