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Frigenti: "Con nuova legge Italia ha struttura cooperazione più articolata"

Roma, 18 feb. (Labitalia) - "La nuova legge ha dotato l'Italia di una struttura più articolata di quella precedente proprio per riconoscere che le problematiche della povertà globale diventano sempre più complesse e c'è bisogno di un braccio tecnico che accompagni la decisione politica". Così Laura Frigenti, direttore dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, con Labitalia, a margine di un convegno di ActionAid a Roma, sullo stato della cooperazione italiana. "Per l'Italia -continua Frigenti- le aree tradizionali di intervento (il bacino del Mediterraneo, l'Africa) restano le priorità ma credo che, proprio nell'ambito del discorso degli obiettivi del millennio approvati dalle Nazioni unite l'anno scorso, l'Italia sta cercando, come le altre cooperazioni internazionali, di orientarsi in una risposta più globale, più integrata che possa sostituirsi agli interventi settoriali fatti in precedenza". Per Frigenti, "le risorse sono sempre non sufficienti rispetto alla magnitudine dei problemi e questo è un fatto di cui bisogna tener conto". "Io credo che uno degli aspetti più importanti che sono emersi dal dibattito sullo sviluppo globale - aggiunge - è proprio che limitarsi a ragionare in termini di aiuto pubblico allo sviluppo non è sufficiente. L'obiettivo è come poter utilizzare gli aiuti pubblici in maniera catalitica -conclude- per far convergere i flussi privati e le risorse private dalle organizzazioni non governative al settore privato tradizionali verso obiettivi di sviluppo per attività che permettano ai paesi di raggiungere i loro obiettivi".