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Il giuslavorista: dal 2016 sparisce il contratto a progetto, resta cococo

Roma, 21 dic. (Labitalia) - "Il Jobs Act ha previsto che a partire dal 1° gennaio 2016 non ci sarà più spazio per i contratti a progetto aboliti dal nostro ordinamento già dal giugno del 2015. Questo provvedimento, tuttavia, non abolisce le collaborazioni coordinate e continuative, le vecchie 'co.co.co.' per intenderci, che continueranno ad esistere (seppur in ambito sempre più ristretto) e che andranno a regolare gli autentici rapporti di quel tipo". A chiarirlo è Francesco Rotondi, docente di Diritto del lavoro all'Università Carlo Cattaneo di Castellanza e founding partner di LabLaw, uno dei principali studi legali italiani specializzati in diritto del lavoro e relazioni industriali. "Scopo di questo capitolo del Jobs Act, infatti, è quello di segnare una netta demarcazione tra lavoro dipendente e lavoro autonomo (vero) per evitare il ricorso alle false collaborazioni e alle finte Parite Iva, ma di non abolire tutti i contratti di collaborazione", spiega ricordando che "Adecco ha calcolato che dal 1° gennaio 2016 i contratti a progetto non più validi sono circa 654.500". Cosa accadrà, quindi, adesso? "Coloro che erano inquadrati con contratto a progetto - risponde - ma svolgevano, di fatto, un rapporto di lavoro etero-diretto ed etero-organizzato, ossia di prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e la cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente anche in riferimento ai tempi e ai luoghi di lavoro, dovranno essere inquadrati con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, a termine o in somministrazione". "Per gli altri, invece, che svolgono un reale lavoro autonomo - aggiunge Rotondi - si applicheranno le regole codicistiche (articoli 2122 e seguenti) e per le residuali si applicherà il contratto di collaborazione coordinata e continuativa previsto dall’articolo 409 codice di procedura civile, che non prevede più l’indicazione del progetto. Ovviamente, per questi ultimi, non dovranno riscontrarsi modalità di lavoro etero-dirette o etero-organizzate, altrimenti potranno essere trasformati in contratti di lavoro subordinato, con tutte le penalità connesse". "Inoltre, vi sono una serie di eccezioni - sottolinea - e tra queste: le collaborazioni regolamentate negli ambiti dei contratti collettivi nazionali, come nei casi dei call center; le collaborazioni delle professioni intellettuali che prevedono l’iscrizione ad ordini e albi; quelle stipulate nell’abito della pubblica amministrazione, anche se fino al 1° gennaio 2017. Per queste realtà, l’eccezione consiste nella possibilità che alle collaborazioni effettuate potranno essere etero-organizzate". "Sparisce il contratto a progetto, quindi, ma non le collaborazioni coordinate e continuative che restano nel nostro ordinamento e che continueranno a regolare i rapporti di lavoro non subordinati e non autonomi", ribadisce.