Dichiarazione choc

Muse in concerto a Roma: "Abbiamo pagato una tangente per i fuochi d'artificio"

Eleonora Tesconi

Una dichiarazione che ha fatto scalpore, quella di Matt Bellamy, il cantante dei Muse che con le tre date italiane di fine giugno negli stadi di Torino e Roma, hanno fatto il tutto esaurito. Concerti grandiosi quelli del noto gruppo britannico, non solo per la musica, ma anche per la "spettacolarità" degli show. A questo riguardo, il frontman della band aveva rivelato di aver dovuto pagare una "bustarella" per avere i fuochi d'artificio.  La smentita - Ma già oggi è arrivata la smentita, e proprio da parte degli altri membri della band.  Tramite un comunicato giunto dal promoter italiano del gruppo, Vivo Concerti, i musicisti hanno affermato:  "Abbiamo solo pagato le tasse". Bellamy ha raccontato che per portare in giro per stadi e arene il loro imponente show, si trovano spesso di fronte a difficoltà e imprevisti. Forse è questo il motivo che lo ha spinto a parlare di "corruzione": "Tutte le volte abbiamo dei problemi. Ci sono contabili e legali che devono discutere con ogni tipo di ente locale, polizia e promoter". E per citare un esempio rivela che a Roma i Muse hanno "dovuto telefonare all'ambasciata britannica per parlare con qualche funzionario". Licenza regolare -  Vivo Concerti, dal canto suo, si era già opposto quando il giornale inglese aveva riportato le parole di Bellamy: "La licenza (per i fuochi d'artificio) è stata concessa dalle autorità competenti dopo le opportune verifiche che hanno dimostrato che tutto era sicuro e regolare e dopo aver puntualmente messo in atto ed ottemperato a ogni disposizione di sicurezza e accorgimento tecnico richiestoci, come è successo in tutte le altre città".