Scandalo Gintoneria

Stefania Nobile e Lacerenza, l'intercettazione sulla escort: "Puzzola, perché la vogliono"

Nelle carte dell'inchiesta sullo scandalo Gintoneria, che ha portato ai domiciliari il titolare del locale vip di Milano Davide Lacerenza, la sua ex compagna Stefania Nobile e un loro presunto factotum emergono dettagli sempre più compromettenti e imbarazzanti. 

Sui tre pende l'accusa di gestire un lucroso giro di droga e prostituzione, che si aggiungeva al business "ufficiale" legato a cocktail, champagne e cucina gourmet. I facoltosi clienti, in realtà, avevano vizi ben più proibiti. In una intercettazione, è Wanna Marchi, madre della Nobile, a parlare chiaramente di una escort, forse minorenne, che sarebbe stata soprannominata "puzzola": "Ce n’è una che è minorenne. Puzza come un animale e ci sono alcuni clienti che la richiedono perché puzza, gli leccano le ascelle e il ******". Lacerenza, in altre intercettazioni, conferma con la Nobile il successo della giovane e riguardo a un cliente spiega: "E' stato più di un’ora e poi lei voleva 750 euro... Ha strisciato 1.500 euro e gli ho fatto dare 500 euro alla ragazza".

 

 

 

Intano gli inquirenti continuano l'inchiesta. Gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato circa 33mila euro su un conto in Lituania, altri 40mila su conti italiani e 10mila euro cash, oltre a un piatto e dosi sparse di cocaina. L'indagine è coordinata dalla pm Francesca Crupi e dalla procuratrice aggiunta Bruna Albertini: l'ipotesi è che gran parte del denaro degli affari illeciti sia finita all'estero, anche con investimenti in Albania, dove la figlia di Wanna Marchi, dopo aver espiato la condanna definitiva per la truffa del sale anti-malocchio e dello scioglipancia, nel 2013 si è rifatta una vita: ha cominciato un'attività come imprenditrice nel settore della ristorazione e dei bar e, portando con se la madre, ha ripreso a vivere nel lusso. Ed è proprio lì che, per inquirenti e investigatori, sarebbero stati reimpiegati i proventi - circa 900mila euro - dell'autoriciclaggio contestato assieme al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione e alla detenzione e spaccio di droga, reato questo di cui Stefania Nobile non risponde.