le accuse

Giorgia Meloni minacciata: "Vi zittiremo a ciabattate", chi viene condannato a 5 anni

Proselitismo per l'Isis e minacce a Giorgia Meloni. Sono queste le motivazioni con cui la gup di Milano, Tiziana Landoni, ha condannato a 5 anni di reclusione per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo, con rito abbreviato, il 45enne Alaa Refaei.

Alla base della sentenza, arrivata lo scorso novembre, una "attività di propaganda apologetica" dell'Isis e del jihad sui social, con messaggi ma anche con "like" a post. Non solo, tra le accuse quella di aver inviato denaro "a persone vicine all'organizzazione terroristica", grazie al quale ha avuto la "possibilità" di entrare "in piattaforme protette" attraverso i suoi "contatti" con "livelli intermedi o propaggini finali", anche "mediamente e flebilmente riconducibili all'organizzazione".

Durante le indagini è emerso anche "un commento" a un post in cui "ha proferito minacce nei confronti di esponenti delle istituzioni italiane", tra cui il premier. Per l'accusa Refaei ha dimostrato "una consapevole e deliberata attività di proselitismo via social a favore dell'Isis", oltre che finanziamenti, in particolare, per donne vedove di combattenti jihadisti. Dagli atti delle indagini del pm Alessandro Gobbis, della Digos e della Polizia Postale, era emerso anche che Refaei, nel 2022, rispondendo a un commento in un video nel quale vi era l'immagine della presidente del Consiglio con Silvio Berlusconi, aveva scritto: "sappiamo benissimo come zittirli e fermarli al momento giusto... viviamo con loro da banditi ... pronti a colpirli a ciabattate...".

 

 

Refaei, così come Mohamed Nosair, l'altro arrestato e condannato a Monza con rito ordinario a 5 anni e mezzo, si era difeso sostenendo di avere avuto solo "simpatie" per l'Isis, quando combatteva contro Assad in Siria e in Iraq, e che mai sarebbero passati all'azione. E che i loro erano soltanto "proclami sterili". La difesa, col legale Salvatore Arcadipane, presenterà ricorso in appello.