Milano

La chiamata nel cuore della notte: "Le hanno devastato l'auto"

Giorgio Valleris

Sono le due e mezza di notte. Il telefono cellulare si illumina e squilla. Valentina, che sta dormendo tranquillamente, pensa ad uno scherzo, ma non è così. Dall’altro capo della cornetta c’è la Questura di Milano che la informa che la sua auto, un fuoristrada elettrico fermo in un parcheggio privato e custodito di via D’Annunzio, in zona Porta Venezia, è stato danneggiato nel tentativo di rubare gli oggetti che si trovavano al suo interno. Il ladro, un nord africano già noto alle forze dell’ordine, perché in possesso di un ampio curriculum criminale, era lì in Questura, insieme agli agenti di PS che, intervenuti tempestivamente grazie alla segnalazione del custode che aveva visto il malvivente in azione grazie alle telecamere, lo avevano colto con le mani nel sacco.

E nel sacco, per così dire, c’erano i cavi per la ricarica dell’auto, le tessere per la ricarica e alcuni oggetti personali tra cui persino i libri del figlio piccolo, insieme ad un martelletto usato per frantumare i vetri della vettura. Ma questa non è disavventura a lieto fine, siamo piuttosto di fronte ad un segnale evidente del clima di insicurezza che pervade ormai da tempo la nostra città tra auto vandalizzate, rubate e scippi in pieno giorno, tanto nelle periferie come nelle zone più centrali del capoluogo. «E se fossi tornata a prendere l’automobile proprio a quell’ora? Cosa sarebbe successo? Mi sarei trovata da sola, di fronte a un uomo in evidente stato di alterazione e con un’arma» rileva Valentina, che aggiunge: «In zona bazzicano tante persone che arrivano dalla stazione che spacciano, bivaccano e bevono nei vicini giardini». Ma quello che ha colpito di più la sfortunata protagonista di questa vicenda è la tranquillità con la quale il criminale si è comportato per tutto il tempo che se lo è trovato di fronte: «Era sereno, addirittura strafottente. Insultava gli agenti e quando gli ho chiesto cosa volesse rubare, mi ha risposto che non gliene importava nulla con un sorrisetto».

E mentre si trovava nella volante che la stava accompagnando in Questura, Valentina non ha potuto fare a meno di ascoltare le molte comunicazioni via radio che arrivavano da agenti impegnati sul territorio per tutelare la sicurezza di tutti noi. «Le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro esemplare e, dopo il caso di Ramy, c’è chi le attacca invece di tutelarle e premiarle per tutto quello che fanno per noi. È assurdo». Una considerazione amara che è la sintesi perfetta di una ordinaria notte milanese che di ordinario, purtroppo, ha ben poco.