Milano come la Mecca
Violenze a Capodanno a Milano: "ci sono anche due italiane", la svolta che imbarazza il Pd
Piazza Duomo, a Milano, come la Mecca, in Arabia Saudita. Chilometri di distanza, e non solo geografica, ma legate dallo stesso drammatico comune denominatore, ovvero le molestie collettive contro le donne, la cosiddetta “taharrush gamea”. Nella città cara agli islamici i casi di violenze contro giovani ragazze non si contano più. Nel capoluogo lombardo siamo alla seconda drammatica puntata, perché dopo il Capodanno dannato del 2022, la storia si è ripetuta dieci giorni fa. La Procura di Milano sta indagando su almeno 5 casi di abusi sessuali, nella forma delle violenze di gruppo, il branco appunto, avvenute la notte di Capodanno in piazza Duomo. A dare la stura al caso, ampiamente sottovalutato dal centrosinistra al governo della città impegnato a minimizzare l’intera storia, è stata una studentessa belga, Laura Barbier, sentita ieri a Liegi dagli investigatori della Squadra mobile di Milano, dopo il racconto fatto a un giornale del suo Paese. La giovane ha presentato formale denuncia alla polizia belga, attivando così le procedure europee, grazie alle quali i magistrati milanesi, ora, hanno fra le mani lo strumento necessario per procedere secondo il Codice penale. Nel frattempo gli investigatori della Squadra mobile, diretta da Alfonso Iadevaia, impegnato in prima persona a seguire il caso, sono al lavoro per dare un nome ai componenti del branco dei violentatori, circa una decina di nordafricani, visionando tutti i filmati della notte di Capodanno in piazza Duomo, dove si notano i movimenti del branco. La ragazza belga, che era assieme a cinque amici, ha denunciato e confermato i racconti resi ai media, raccontando di palpeggiamenti e molestie, atti per il quale scatta il reato di violenza sessuale. Nel frattempo anche una donna italiana si è detta pronta a denunciare, mentre si indaga pure su un altro caso che riguarderebbe un’italiana che era col compagno.
Un altro episodio, invece, riguarderebbe una sudamericana, da identificare, e infine si indaga sul caso di una coppia di inglesi. Mettendo insieme tutti i tasselli relativi al quadro della notte di Capodanno di piazza Duomo, l’immagine che ne esce è di una drammaticità assoluta. In pratica, giovani arabi, nordafricani figli di immigrati di prima e seconda generazione, hanno scambiato l’area antistante la cattedrale di Milano, luogo sacro per i cristiani, per una sorta di porto franco, dove dare sfogo ai loro istinti bestiali. L’assenza di concerti o eventi dedicati al cambio di calendario, per precisa scelta della giunta comunale guidata dal sindaco, Beppe Sala, hanno reso piazza Duomo facile preda di chi considera la violenza la norma. Nel 2016 un rapporto del ministero dell’Interno della Renania Settentrionale-Vestfalia ha definito la "taharrush gamea", termine usato nei Paesi arabi, un modus operandi descritto come «molestia sessuale collettiva che si svolge in mezzo a una folla».
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Chiaro il riferimento ai fatti di Colonia del gennaio del 2016. A Milano, nella notte di Capodanno tra il 31 dicembre 2021 e il primo gennaio del 2022, in piazza Duomo, avvenne esattamente la stessa cosa. Almeno 5 ragazze furono accerchiate e molestate da un folto gruppo di uomini che parlavano arabo. La storia si è ripetuta anche per questo Capodanno. Da quanto emerso sino ad ora, la studentessa belga, 20enne, che era in piazza Duomo con cinque amici (tre ragazze e due ragazzi), in modo «molto preciso», ha raccontato «l’incubo» di quella notte, quando poco dopo mezzanotte, vicino alla Galleria, sarebbe stata circondata da più di una trentina di ragazzi e aggredita, con modalità che ricordano i fatti del Capodanno 2022. Anche dai video analizzati al momento dagli investigatori della Squadra mobile, nelle indagini coordinate dall’aggiunta, Letizia Mannella, e dalla pm, Alessia Menegazzo, si vedrebbe un movimento caratteristico «ondulatorio», quello del «muro umano» mentre mette in atto la molestia collettiva, anche come forma di disprezzo verso le donne. «Ero atterrita, sono stata trascinata da una parte all’altra da un fiume di uomini, 30 o 40 in tutto, non riuscivo ad uscire», ribadisce la giovane studentessa.
Nel frattempo una donna italiana, residente in Lombardia, ha contattato gli inquirenti e si è detta disponibile a denunciare e ad essere ascoltata. Un altro presunto caso riguarda una coppia di emiliani: la donna sarebbe stata aggredita. Sarà sentita assieme al compagno. Da identificare, inoltre, un’altra presunta vittima, una donna sudamericana. Mentre i pm faranno verifiche anche sull’episodio che riguarderebbe una coppia di inglesi, riportato dal quotidiano on line belga che per primo aveva raccolto il racconto della connazionale. Intanto, gli inquirenti hanno fatto sapere che chiunque abbia subito molestie quella notte o ritiene di aver visto qualcosa in questo senso può rivolgersi alle forze dell’ordine o alla Procura. «Adesso che la Procura di Milano sta indagando su altri casi, arriverà una ferma condanna dal sindaco Sala sui “Maranza”? Staremo a vedere», si chiede retoricamente il deputato di Fdi, Riccardo De Corato.