L'inchiesta milanese

Ramy, l'indagine resta per omicidio stradale. La perizia della Polizia: nessun speronamento

Il fascicolo sull'incidente stradale in cui è morto il 19enne Ramy Elgaml resta iscritto allo stato con l'ipotesi di omicidio stradale senza nuovi indagati rispetto all'amico Fares Bouzidi e al conducente di 37 anni della pattuglia dei carabinieri. E' quanto è stato deciso nell'ambito di una riunione nell'ufficio del procuratore capo di Milano Marcello Viola con i pm titolari dell'inchiesta (l'aggiunta Tiziana Siciliano e i sostituti Marco Cirigliano e Giancarla Serafini) dopo le indiscrezioni sul possibile cambio del capo d'incolpazione in quello di omicidio volontario con dolo eventuale a carico solo di uno o più carabinieri.

Gli inquirenti - si apprende - attendono l'esito delle due consulenze tecniche e di altri accertamenti istruttori prima di fare altre valutazioni sul titolo di reato da contestare per la morte del diciannovenne egiziano la mattina del 24 novembre dopo essere stato disarcionato dallo scooter su cui viaggiava come passeggero inseguito dai militari dell'Arma.

L'altra notizia di giornata è però la relazione finale della Polizia locale sulla morte del ragazzo di origini egiziane: nel documento è scritto, in base all'analisi di uno dei 40 frame delle telecamere di sorveglianza, che la giovane vittima è in fase di caduta al suolo" mentre la vettura dei carabinieri "sopraggiunge in frenata". Non ci sarebbe stato, dunque, uno speronamento.

La relazione è stata depositata nelle settimane scorse nell'inchiesta sul decesso del 19enne morto dopo un inseguimento dei carabinieri nel novembre scorso. In un frame precedente, è sempre scritto nella relazione, si vede lo scooter Tmax incominciare un "fase di ribaltamento sul fianco sinistro" ed "è possibile notare il passeggero dello stesso perdere l'equilibrio". Nella relazione si fa riferimento a un contatto precedente all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta in cui il Tmax con Ramy e condotto dall'amico aveva subito dei danni al pianale e al gancio che trattiene la marmitta proseguendo la sua corsa fino al luogo della tragedia sul marciapiede dove, come si vede nei frame, finisce anche l'auto dei carabinieri inseguitrice.