Armi e minacce
"Genus Album", rete neonazista a Milano: 12 indagati, uno di loro è minorenne
Salgono a 12 gli indagati nell'inchiesta "Genus Album". L'accusa, scaturita dalle indagini della polizia postale, è quella di propaganda neonazista e odio razziale contro gli ebrei su gruppi Telegram. Tra questi c'è anche un minorenne, un 17enne che frequenta l'ultimo anno delle scuole superiori, per cui la sua posizione sarà trattata separatamente dalla Procura per i minori. I maggiorenni perquisiti su ordine della Procura di Milano sono invece tutti studenti universitari iscritti a varie facoltà, tra cui Lingue, Storia, Filosofia, Lettere Classiche e Veterinaria e un 24enne comasco che lavora in Svizzera.
Durante le operazioni condotte dalla polizia di Lombardia, Lazio, Veneto, Toscana, Puglia, Campania, Calabria e Basilicata con i colleghi delle Digos territoriali, sono state sequestrate diverse armi ad aria compressa e da softair, tra cui un fucile e una pistola automatica, bandiere con i simboli del nazismo e del fascismo, volantini di propaganda e account social e dispositivi elettronici di interesse investigativo. Non solo, perché sono stati ritirati 3 fucili da caccia in via cautelativa.
Gli indagati, all'interno delle chat, si proponevano di "tirare fuori i camerati dal virtuale" per iniziare "l'impegno concreto nel mondo reale". Dalle conversazioni degli appartenenti all'ideologia definita "Terza Posizione" sarebbe emersa la volontà di fare violenza a tutti coloro che non rispondono alla "razza ariana". Telegram era diventata per loro la piattaforma prediletta in cui "discutere" dei temi classi della "estrema destra suprematista e filonazista". Fra questi la "superiorità della razza bianca, l’odio razziale e l’antisemitismo". In concreto i 12 giovanissimi avrebbero organizzato raduni in presenza per "cambiare lo stato delle cose", fa sapere la postale in una nota, ritenendo comunque "insufficiente" solo "l'appartenenza ai gruppi Telegram" senza un "impegno concreto nel mondo reale".