Cattivi maestri

Corvetto, la rettrice del Politecnico si schiera coi ribelli: "Grave criminalizzare quei ragazzi"

Claudia Osmetti

Fanno discutere, a Milano, le parole di Donatella Sciuto, ossia della rettrice del Politecnico e neo presidente del Comitato regionale delle università lombarde. È un’intervista rilasciata sulle pagine locali di Repubblica che fa scattare la reazione del centrodestra, pressoché compatto. La discussione, ancora una volta, è relativa ai fatti del Corvetto: la morte dell’egiziano 19enne Ramy Elgaml e quel quartiere messo a ferro e fuoco, una guerriglia urbana fatta di roghi e mezzi pubblici sfondati, rivendicazioni, rabbia, grida contro le forze dell’ordine.

«Penso che si debba mettere in conto la possibilità di avere proteste come quelle che abbiamo visto in questi giorni quando muore un ragazzo così giovane e con quelle dinamiche», dice Sciuto, «la cosa più sbagliata che possiamo fare è demonizzare quella reazione». Ancora: «Da lì a parlare di emergenza in una città intera ce ne vuole, io non la vedo». «Questi ragazzi non si sono sentiti parte di una comunità e dobbiamo fare di tutto per raggiungerli, un primo passo importante sarebbe farli sentire italiani». «Dichiarazioni gravi e persino pericolose», le bolla, però, immediatamente, senza troppe cerimonie, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Marco Bestetti: «Come si può affermare cose del genere? Si tratta di parole profondamente irresponsabili e diseducative. Le violenze non si possono mai giustificare. Sono solo da condannare, anche qualora ci fossero delle buone ragioni, che, peraltro, nel caso di specie, non esistono affatto».

 

Il discorso, per i meloniani, sembra farsi ampio. Le università, non solo quelle milanesi, che nell’ultimo periodo sono state teatro di episodi poco edificanti: come l’ultimo, in ordine cronologico, col convegno “Accogliere la vita” stroncato dopo otto minuti d’orologio, alla Statale, a suon di spintoni, cori, minacce, insulti e pure bestemmie (il tutto indirizzato ai relatori e da parte degli studenti di sinistra); come le manifestazioni propal, prepotenti, intolleranti, che non fanno parlare gli ebrei e che vorrebbero bandire dalle facoltà chiunque indossi una kippà; come il popolo dei “tendini”, sempre loro, di nuovo, la propaganda palestinese, che a maggio hanno occupato il piazzale proprio del Politecnico per chiedere il «boicottaggio accademico» dei colleghi israeliani colpevoli, anzitutto, di essere quello che sono, cioè israeliani.

Eppure, su quei fronti, di prese di posizione o esternazioni più o meno determinate, ne abbiamo sentite pochine. «Le parole della rettrice Sciuto sul caso Ramy sono doppiamente gravi», commenta il capogruppo di Fdi a Palazzo Marino, Riccardo Truppo: «In primo luogo perché arrivano da una persona adulta che si suppone sia in grado di comprendere il limite che una protesta può e deve avere. Dall’altro in quanto vengono pronunciate da una delle massime istituzioni della formazione». «Il messaggio che veicola», prosegue Truppo, «giustifica vere e proprie sommesse urbane come se fossero fisiologiche. È contraddittorio. E riecheggia chi tollera i centri sociali come luoghi di svago per i ragazzi».

«Nessuno ha mai criminalizzato i giovani in quanto tali, però non possiamo fare finta che non esista un problema sulle nuove generazioni ghettizzate in questi quartieri multietnici dove se non delinqui non conti nulla», aggiunge, infine, il consigliere comunale della Lega Samuele Piscina, secondo il quale il nodo resta uno solo, quello del presidio (da potenziare) del territorio: «Chiaramente i seicento agenti in più che arriveranno a Milano grazie al governo sono una manna dal cielo, ma mi chiedo cosa stia facendo il Comune. Dove sono finite le nuove assunzioni della polizia locale che erano state promesse? Dove sono i ghisa nei quartieri che potrebbero, loro sì, fare sicurezza affiancando le forze dell’ordine? Ricordiamo che le politiche d’integrazione e quelle sociali sono in capo proprio al Comune e, quindi, a quella sinistra che giustifica i tafferugli dei giorni scorsi in modo diseducativo. Le parole dei numerosi esponenti di sinistra intervenuti, così come quelle di Sciuto che banalizza quanto accaduto dicendo che ce lo si doveva aspettare, sono sotto ogni punto di vista irricevibili». Per l’esponente del Carroccio «le opportunità ci sono per tutte le persone oneste, per i delinquenti ci sono espulsioni e galera». 

 

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