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Corvetto, alla fiaccolata per il Pd finisce malissimo: rivolta contro la sinistra

Alessandro Aspesi

Il goffo tentativo del Pd di cavalcare la polemica sulla morte del 19enne di origine egiziana Ramy Elgaml, rimasto senza vita dopo lo schianto del TMax su cui viaggiava durante un inseguimento con i Carabinieri, si è tramutato nell’ennesima figuraccia. Alla fiaccolata organizzata dai centri sociali e dagli amici del ragazzo che avevano devastato il quartiere Corvetto nei giorni successivi alla sua morte si è presentata anche la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza. «Potete contare su di me, in periferia non c’è rabbia ma tanta energia positiva» ha detto, aggiungendo che «i giovani dei quartieri popolari devono avere tutte le opportunità possibili e le istituzioni devono essere vicine». Ma durante l’intervento si sono subito levate le proteste dei partecipanti: «Propaganda elettorale anche qua?» e poi una pioggia di fischi per invitarla a terminare il suo discorso. Per evitare ulteriori imbarazzi, la parola è passata a una ragazza dei Giovani Palestinesi che, tornando su Ramy, ha spiegato come la sua storia sia parte di «una narrazione più ampia contro il razzismo e il classismo. La questione non è solo quella di una vita persa ma di una continua lotta per l'uguaglianza».

Al corteo, presidiato da decine di agenti per paura di nuove violenze nel quartiere, erano presenti solo qualche centinaio di persone. Non c’è stata l’attesa invasione dei centri sociali torinesi, impegnati piuttosto nella manifestazione pro-Palestina di Roma. I compagni del Lambretta sono arrivati con un enorme striscione, seguiti da altri centri sociali e collettivi milanesi.

Dopo avere appeso uno striscione nella via dove abitava Ramy, i presenti hanno fatto un minuto di silenzio davanti a casa sua. Intanto hanno continuato ad affluire ragazzi molto giovani, alcuni a volto coperto, che hanno acceso alcuni fumogeni. Nel mirino dei manifestanti la Lega, che venerdì aveva cancellato alcune delle scritte controlla polizia comparse nei giorni scorsi nel quartiere, ma anche i media accusati di fornire una narrazione distorta sui fatti. Il corteo è poi ripartito, con in testa molte ragazze egiziane che, invocando il Profeta, gridavano in arabo “verità e giustizia per Ramy”.

 

Fra i presenti, in molti hanno fornito versioni al limite del paradossale per giustificare i due ragazzi inseguiti dai carabinieri. C’è chi sosteneva che la catenina strappata ritrovata addosso ai ragazzi fosse stata rotta dalla sorella di Ramy. Chi, invece, giustificava gli oltre 1000 euro in contanti nelle tasche dei ragazzi come la normale cifra da portarsi dietro per fare serata a Milano. Racconti talmente assurdi da arrivare a sostenere che un semaforo fosse stato rimosso notte tempo per cancellare le responsabilità del vice brigadiere alla guida dell’auto della polizia.

Ad accompagnare il corteo verso la sua conclusione ci sono stati alcuni versetti del Corano trasmessi tramite una grossa cassa in testa al corteo. Alla fine, i temuti scontri non ci sono stati: solo tanti striscioni per ricordare Ramy e alcuni murales contro le forze dell’ordine. La tensione resta comunque altissima nel quartiere.

 

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