Protesta

Milano, polizia in rivolta: "Non tira una bella aria", cosa sta succedendo

Massimo Sanvito

Le voci rimbalzano tra i reparti, nelle caserme, lungo i corridoi della Questura. Lunedì sera, quando il nome del vice ispettore Christian Di Martino è stato depennato dalla lista finale degli Ambrogini d’Oro, i colleghi poliziotti sono rimasti di stucco. In molti sono pure inveperiti. Del resto, riconoscere la massima onorificenza del Comune di Milano a chi aveva messo a rischio la propria vita per fermare un clandestino marocchino che lanciava sassi contro i passanti alla stazione ferroviaria di Lambrate (era la notte del 9 maggio, ndr) sembrava scontato a tutti, oltre che doveroso. E invece... E invece il centrosinistra ha fatto finto di nulla, con la complcità del centrodestra che non ha insistito per imporre il proprio candidato (presentato sia dalla Lega che da Fratelli d’Italia) durante le sei lunghe ore di trattativa.

Il primo a esserci rimasto male è proprio lui. «Sarebbe stato un bel gesto come riconoscimento, non personale, ma per il sacrificio quotidiano dei poliziotti a tutela dei cittadini», dice a Libero Di Martino. E di «occasione persa» parlano i sindacati di Polizia. «Una scelta assolutamente indecente del Comune di Milano che non ha valorizzato con un’onorificenza il mio amico e collega Christian. Ha rischiato la vita su un intervento di Polizia, è vivo per miracolo e questa scelta mi lascia davvero senza parole. Le donne e gli uomini della Polizia di Stato meritano rispetto e sostegno», commenta Giuseppe Camardi, segretario generale provinciale Fsp di Milano.

 

 

 

«Serviva un segnale forte in un momento difficile per chi indossa una divisa e sarebbe davvero importante che i poliziotti milanesi sentissero le istituzioni locali vicine, non solo a parole ma in concreto, una vicinanza che non sentiamo e che non giova né a noi né alla città di Milano. Ricordiamo che al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica non si siede solo la politica ma anche chi poi deve rendere concrete e funzionali le determinazioni assunte per la sicurezza della metropoli», rincara la dose Massimiliano Pirola, segretario provinciale milanese del Sindacato autonomo di polizia.

Anche il segretario nazionale del Sap interviene sulla vergognosa bocciatura del vice ispettore: «Le tensioni sociali che stiamo vivendo nelle piazze delle nostre città e che contano decine di feriti tra le forze dell’ordine delineano un presagio inquietante, che riporta la memoria ad anni difficili perla democrazia in Italia; serviva un segnale forte in un momento difficile per chi indossa una divisa. Riteniamo tale esclusione un atto politico che contrasta con l’esigenza di maggiore sicurezza che i cittadini di Milano ci rappresentano nelle molteplici occasioni nelle quali dobbiamo intervenire in loro ausilio».

La bagarre politica, però, si infiamma inesorabilmente. Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza, non ci sta: «Ho appreso con sorpresa che il Comune di Milano ha escluso dall’Ambrogino d’Oro, massima onorificenza della città, il vice ispettore di polizia Christian Di Martino. Una scelta non condivisibile, anche se rientra nelle prerogative di Palazzo Marino, e soprattutto difficilmente comprensibile». Niente Ambrogino dal Comune ma un riconoscimento a Christian Di Martino dovrebbe arrivare proprio da Palazzo Lombardia.

«Ritengo doveroso, da parte di Regione Lombardia e del mio assessorato in particolare, prevedere un riconoscimento per questo poliziotto eroe in occasione della cerimonia per la Giornata di San Sebastiano (Patrono della Polizia Locale) che si svolgerà il 20 gennaio a Varese», annuncia La Russa. E le motivazioni sono presto dette: «Di Martino è stato protagonista di un atto coraggioso e fuori dal comune. Questi uomini e queste donne che indossano la divisa e non esitano a mettere in pericolo la propria stessa vita per tutelare la sicurezza dei cittadini sono eroi moderni, troppo spesso misconosciuti, ai quali va la nostra sincera e totale gratitudine».

 

 

 

Sul fronte di Palazzo Marino, la Lega rintuzza le accuse mosse dal Pd. Secondo il capogruppo dem, Beatrice Uguccioni, sarebbe stato proprio il centrodestra a evitare la “battaglia” sul nome di Di Martino per ottenere il via libera su altri candidati. «La candidatura del vice ispettore Christian Di Martino è stata annunciata, dalla consigliera Silvia Sardone, a maggio e protocollata addirittura il 17 giugno. È stata immediatamente appoggiata dalla segreteria della Lega e non è mai stata ritirata dalla consigliera o dal partito. Il Pd che è evidentemente imbarazzato in merito alle sue decisioni eviti di inventarsi scenari poco sensati e dica perché, per l’ennesima volta, si dimostra poco solidale e vicina alle forze dell’ordine», attacca il segretario provinciale del Carroccio, nonché consigliere comunale, Samuele Piscina. Mentre Riccardo De Corato, deputato milanese di Fratelli d’Italia, si appella al sindaco Beppe Sala: «Visto che ne ha facoltà e possibilità come da regolamento del premio, dia l’Ambrogino al poliziotto. Sarebbe un segnale dal punto di vista della sicurezza in città».

Se è vero che Christian non ha bisogno di un Ambrogino per avere la convinzione di essere un ottimo poliziotto, è altrettanto vero che i simboli contano. Una cosa è certa: per la città di Milano, capitale italiana del crimine, si è trattato di una pessima figuraccia. Ma quando si parla di Ambrogini d’Oro, ormai, capita troppo spesso...