Lotta di classe

Multe, la sinistra vuole massacrare chi ha un Suv: l'ultima follia dei compagni

Giorgio Valleris

Che a Milano i tempi siano durissimi per chi viaggia in automobile non è più una notizia, ma che addirittura chi possiede suv o un’automobile di grossa cilindrata debba temere di più è una novità. E non è uno scherzo. Perché se fosse per Lorenzo Pacini, assessore al Verde e all’Arredo urbano del Municipio 1, questo scenario quasi distopico sarebbe realtà. Eccome. In un post su facebook, con tanto di foto, ieri Pacini ha scritto: «Un pensiero di solidarietà al povero possessore di un’automobile da 80mila euro che non può permettersene 10 per il parcheggio... ed è costretto a parcheggiare su area pedonale mentre svolge la sua funzione essenziale in una zona di vita notturna, in una sera festiva».

Il tono da sfottò, lascia subito spazio a una proposta politica chiara: «Lo dico e lo ripeto: se il pubblico vuole tornare a essere più incisivo sul privato deve cambiare e adattare i suoi strumenti». Ma il pubblico non dovrebbe al servizio dei cittadini? Nemmeno per sogno. E se è giusto che intervenga a sanzionare chi sbaglia, via libera al classico approccio dei due pesi e due misure. Se lasci la tua utilitaria in divieto di sosta è un conto, se fai la stessa cosa con un «Non basta multare - cosa che già dopo una certa ora sembra impossibile serve adottare multe in base al modello di automobile», dice l’assessore del Municipio che è anche il centro storico di Milano, senza risparmiare una frecciatina nemmeno troppo velata agli agenti di Polizia Locale.

 

 

«Una sanzione è efficace quanto proporzionata alla ricchezza e capacità economica del sanzionato. Altrimenti diventa solletico», conclude Pacini, che certo non vuol fare il solletico alle persone benestanti o strappargli una risata ma punirli in maniera esemplare. Intendiamoci, Pacini parte da un punto ineccepibile: chi lascia la propria automobile in divieto di sosta va giustamente sanzionato. Ma perché dovrebbe pagare di più in base all’automobile che possiede? E peraltro, chi dice che una bella automobile non sia il frutto di una vita di sacrifici da parte di una persona “normale” che dopo anni di lavoro decide di togliersi uno sfizio?

Tanto che in fondo al post c’è chi “emenda” la sua proposta diversamente: «Diciamo in base al reddito. Il modello di auto non sempre è in linea col reddito di chi guida, a volte è uno specchietto per le allodole». Per la verità, Pacini non è nuovo a provocazioni e proposte del genere. Sul tema dello ius soli, ad esempio, sempre sui social si era espresso così: «Mio piccolissimo contributo su tema cittadinanza. Io darei la cittadinanza a tutti i ragazzi nati e cresciuti qui da genitori stranieri... E la toglierei a tutti quegli italiani ricchi ed evasori con la residenza nei paradisi fiscali». Ma la sosta selvaggia è senz’altro uno dei problemi di Milano che più gli sta a cuore dal momento che nell’aprile scorso aveva già fatto una proposta analoga dopo aver postato la foto di un suv parcheggiato in divieto con due ruote sul marciapiede.

Il tono e il contenuto del messaggio sono quasi identici: «Qualcuno aiuti questo poverino con una raccolta fondi...perché a quanto pare non può permettersi 5 euro di parcheggio a pagamento ed è costretto a mettere il suo bel macchinone da 100mila euro sul marciapiede. Basta! Rimozione più multa in base al modello dell’auto. Non ne possiamo più di avere nelle nostre città auto di queste dimensioni guidate da questi cafoni. Cafoni e spilorci direi».

In linea di massima, le sanzioni per il divieto di sosta prevedono una multa da 41 a 168 euro a seconda del tipo di infrazione, ma per i veicoli che ostruiscono il transito dei mezzi pubblici può lievitare fino a oltre 300 euro. Non abbastanza per l’assessore dem del Municipio 1 che vorrebbe un conto più salato a seconda del tipo di vettura in divieto. Nel maggio scorso, un gruppo di cittadini aveva “censito” oltre 60mila auto in divieto di sosta a Milano nel corso dell’iniziativa "Sai che puoi?". Numeri eloquenti che forse imporrebbero una riflessione anche sulle politiche del Comune in fatto di sosta e viabilità.