Art'è

Como, il Broletto "incendiato" da Plessi, l'alchimista che trasforma la materia in poesia elettronica

Nicoletta Orlandi Posti

Immaginate un mondo dove l’acqua e il fuoco non sono solo elementi naturali, ma diventano flussi digitali che scorrono e si trasformano, dialogando con l’elettronica. In questo universo, Fabrizio Plessi è l’alchimista moderno, capace di unire la forza ancestrale della natura con la potenza tecnologica, creando opere che vibrano di arte e poesia. Il Maestro, classe 1940, è infatti capace di trasformare il tangibile in un’esperienza visiva che sfida le convenzioni, di fondere materiali antichi come il ferro, il legno e il marmo con l'hit-tech più avanzata generando quello che lui stesso definisce il "cangiante elettronico". Ma per Plessi, che è stato tra i primi sperimentatori della videoarte in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta, la tecnologia non è un fine, ma un mezzo attraverso il quale preservare e rinnovare la memoria culturale. 

 

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Al traguardo dei 60 anni di carriera - la sua prima installazione risale al 1974 - Fabrizio Plessi è il protagonista di una mostra al Palazzo del Broletto di Como che esporrà la summa della sua rivoluzione tecnologica, sviluppata negli anni settanta del Novecento, ma che continua a regalare stimoli e suggestioni anche agli inizi del terzo decennio del nuovo millennio. Il progetto espositivo, pensato appositamente per la città lariana, prevede l'installazione di sei enormi portali tecnologici che rileggono le tematiche fondanti del suo lavoro: l’acqua, il fulmine, il fuoco, la lava, l’oro, il fumo. Installate nella sala della sede medievale del governo cittadino comasco, ciascuna delle sei opere conterrà un complesso sistema video da cui scaturiranno delle immagini che saranno amplificate da una vasca, posta ai piedi di ciascun portale, in un rispecchiamento dinamico delle immagini in movimento.

 

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“Le grandi strutture progettate per il Broletto di Como sono, al di là del medium e del linguaggio impiegati, come le pitture rupestri di Lascaux: racconti, narrazioni di verità mitiche, di archetipi, e al contempo strumenti gnoseologici, che ci parlano di noi e della natura, e di noi in quanto natura”, ha anticipato Paolo Bolpagni curatore della mostra "TuttoPlessi" insieme a Giovanni Berera e il coordinamento scientifico di Ilaria Bignotti. I monumentali archi pensati per Como che saranno presentati al pubblico dal 5 ottobre genereranno un flusso d’immagini e suoni che racconteranno accadimenti spazio-temporali, come l’acqua che scroscia e scorre, il fulmine che lacera il cielo nero e scoppia, il fuoco che crepita e sale, la lava che si scalda ed esplode, l’oro che cola e si fonde nel nero della Vanitas, il fumo che si dirada e mostra uno scorcio tratto dalle Carceri di Giovanni Battista Piranesi.

 

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“Disegnare il carbone, la paglia, il marmo, il ferro, la terra", ha spiegato Fabrizio Plessi anticipando la mostra, "diventa un mezzo per avvicinarmi e capire fino in fondo la fisicità ancestrale di questi materiali, rappresentati sempre e comunque a contatto o a confronto con i mezzi in uso della tecnologia. Da questo “scontro” solo apparente di sostanze così diverse, da queste “convivenze impossibili” tra povertà del naturale e ricchezza cangiante dell’elettronico, da questi forzati assemblaggi divenuti poi quasi biologicamente vasi comunicanti, da tutti questi “diversi possibili”, sono nati nel corso degli anni molteplici, infiniti progetti, perfettamente studiati e rappresentati, moltissimi dei quali ancora non realizzati”.

Accompagna la mostra un catalogo Alberto Peruzzo Editore a cura di Fondazione Como Arte ETS. Appuntamento il 5 ottobre a Como.

 

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