Follie green

Milano, tronchi al posto dei parcheggi: l'ultimo delirio della giunta di Beppe Sala

Andrea Fatibene

Ci sarà mai un limite al populismo green di questa giunta? A giudicare dai tronchi “anti sosta selvaggia” che sono comparsi ieri mattina in via Cadore, nel cuore del Municipio 4, si direbbe proprio che un limite non c’è.

Sono già decine le figuracce collezionate in ambito, tra aree verdi abbandonate a loro stesse – «l’erba alta favorisce la biodiversità» –, zone a traffico limitato - che non sono poi così efficaci nel ridurre gli ingressi, quanto più ingrassano le tasche del Comune –, edilizia scellerata – alla faccia di chi vorrebbe una Milano “che respira” – l’aria condizionata a palla nelle aule di Palazzo Marino e tanti altri provvedimenti che sono costati alla giunta le contestazioni dei giovani di Fridays for Future. Ironicamente la stessa categoria che si pensava di sedurre con l’ecologismo e che poi invece ha accusato la giunta di greenwashing – ecologismo di facciata, per “ripulirsi”, sarebbe la traduzione –. Ma la giunta non molla e ora ci riprova con alberi abbattuti – che richiamano all’economia circolare e del riutilizzo – dove prima sostavano le automobili per portare avanti la lotta al combustibile fossile e ai mezzi di spostamento che sarebbero “ingombranti”.

IL PRECEDENTE
Una misura che era già stata testata con una posa sperimentale sul parterre alberato di via Aselli, in Municipio 3, e che ora ha contagiato anche il Municipio contiguo, dove sono stati collocati come “dissuasori” i suddetti tronchi di alberi recuperati da abbattimenti. Abbattimenti che, tra l’altro, si sono resi necessari per ragioni di sicurezza e che, in alcuni casi, sono diventati necessari anche per un’incuria della pianta, poi diventata appunto insicura.

L’intervento rientra nell’ambito di “Piazze Aperte per ogni scuola” – progetto che ha già creato diverse piazze “tattiche”, come quella di piazza Spoleto, dove più che i bambini sono stati favoriti i perdigiorno che bevono al bar dei cinesi e fumano una sigaretta dopo l’altra per tutta la notte - e ha lo scopo, come già detto, di scongiurare la sosta irregolare e il cosiddetto parcheggio selvaggio.

Ma gli obiettivi del Comune vanno anche oltre: in un’area ricca di scuole di diverso ordine e grado, l’intenzione è quella di migliorare la sicurezza degli itinerari scolastici a tutela di studenti e studentesse e la qualità degli spazi pubblici, come i marciapiedi, le aiuole e le fermate dei bus, che tornano così ad essere fruibili dai cittadini e a trasformarsi in luoghi di socialità. Un progetto che si riempie la bocca di parole dall’aura positiva e che, con buona probabilità, verrà presto smentito dalla realtà di una città dove a stare in giro rischiano grosso pure gli adulti, tra coltellate e spray al peperoncino per gli scippi. Figuriamoci se in piazza ci possono stare i bambini che escono dalle scuole. Ma, tornando nel mondo fatato dipinto dalla città del verde, figlia dell’Albero della Vita che ha rappresentato l’anima dell’Expo, l’iniziativa avrebbe anche lo scopo di ridurre la costipazione del terreno e di tutelare le aree verdi e gli apparati radicali degli alberi, che vengono liberati dal peso dei veicoli in sosta. Un “peso”, quello delle auto in sosta, che diventa linguaggio ideologico e propagandistico per indicare quanto loro, i radical chic del centro, le auto proprio non le sopportino.

E infine, ciliegina sulla torta, il ripristino della funzionalità dei parterre verdi contribuirà a ristabilire il corretto drenaggio dei suoli, migliorando quindi la capacità della città di rispondere agli eventi climatici estremi. Insomma, se Milano si allaga è colpa delle macchine parcheggiate, con una trovata, dobbiamo concederlo, più retoricamente brillante del solito o che perlomeno non si era mai sentita prima.

 

LE PROSSIME TAPPE
Scendendo nei particolari più tecnici, sono 14 i tronchi che sono stati posati nel tratto di via Cadore compreso tra via Anfossi e via Bezzecca. Oltre ad essi, sono stati piantati anche dieci paletti dissuasori e sei panchine. Ma in giunta si parla già del futuro di questa brillante iniziativa: dopo via Aselli e via Cadore, il prossimo analogo intervento riguarderà via Gabriele D’Annunzio, lungo la Darsena. «Con questi progetti pilota restituiamo alle cittadine e ai cittadini spazi pubblici fino a ora utilizzati in modo improprio e al contempo preserviamo le radici degli alberi dei parterre, troppo spesso sottoposte a stress anche a causa dei parcheggi irregolari - spiega l’assessore al Verde e all’Ambiente Elena Grandi -. Inoltre ridurremo la costipazione del suolo rendendolo nuovamente drenante. Infine, utilizzando come dissuasori i tronchi dei nostri alberi, diamo loro una nuova vita, alimentando il concetto dell’economia circolare. Dopo questi primi interventi nel Municipio 3 e nel Municipio 4, diffonderemo il progetto anche in altri parterre alberati della città, sempre in collaborazione con i Municipi». Una sintesi perfetta di tutto il blaterare di questa giunta sul verde. E poi vorrebbero passare per quelli che rifuggono il popolusimo...