Centri sociali

Monza, gli amici di Ilaria Salis: "Occupiamo quando vogliamo"

Andrea Muzzolon

«Non sempre ciò che è giusto corrisponde a ciò che è legale». Parola di Ilaria Salis. Anzi, dell’onorevole Ilaria Salis. Appena sbarcata a Bruxelles, la neo europarlamentare non ha perso tempo: non contenta dei 90 mila euro che Aler le ha chiesto per l’occupazione abusiva dell’alloggio popolare in via Borsi a Milano, l’ex detenuta si è schierata con chi occupa abusivamente le case. I famosi «movimenti di lotta per la casa», come li ha definiti lei stessa. In soldoni, quelli che rompono i sigilli e si introducono negli appartamenti in attesa di assegnazione. «Non vedo nulla di scandaloso perché provano a risolvere dei problemi che le istituzioni non risolvono» si era affrettata a dire per difendere gli amici di sempre.

Proprio loro, i compagni che la Salis ha sempre frequentato con cotanta passione, forti delle parole della loro nuova leader, non ci hanno messo molto a mettere la testa fuori dai loro immobili occupati. E, ovviamente, la riscossa non poteva che partire da Monza, città che ha visto crescere la Salis. Qui è maturata la militanza di Ilaria nelle fila del centro sociale Foa Boccaccio. Dapprima sgomberato dalla sua sede storica, non più tardi di due settimane dopo l’elezione della sua paladina, il movimento anarchico ha deciso di festeggiare occupando un nuovo stabile nella città lombarda.

 

 

 

Non è tutto però. Fomentati dall’endorsement dell’attivista rossa sbarcata all’Eurocamera, i centri sociali della zona hanno cominciato a tappezzare i muri di Monza con numerosi graffiti. Il messaggio è chiarissimo e non lascia spazio a interpretazioni: «Occupiamo quando vogliamo». Il centro città è stato invaso da quest’onda di vandalismo la cui fonte d’ispirazione è chiarissima. È chiaro come lo sdoganamento dell’occupazione abusiva ad opera della Salis e della stessa sinistra che l’ha elevata a modello morale, non ha fatto altro che legittimare quanti continuano a portare avanti questa pratica illegale, ai danni dei cittadini onesti.

 

 

 

Se già non bastasse la riscossa dei centri sociali a imbrattare palazzi e vetrine, ora ci si mettono pure gli street artist. E così molti immobili sfitti della città brianzola sono stati “marchiati” da Freak of Nature, famosa per contrassegnare a colpi di vernice gli immobili vuoti. Nel suo curriculum figuravano già numerose città, ma non poteva mancare all’appello la residenza dell’occupante abusiva più famosa del Paese. Colore alla mano, ha disegnato delle canne di bambù sulle facciate, numerato tutti i 52 edifici nella sua lista e impresso la parola «sfitto».