Tre morti in zona Gambara

Incendio a Milano, "omcidio e disastro colposo": su chi indaga la Procura

Si indagherà per "omicidio colposo plurimo, disastro colposo e incendio colposo". La Procura di Milano aprirò un fascicolo riguardo al terribile incendio a una autofficina che venerdì pomeriggio si è esteso al condominio soprastante, sterminando una intera di famiglia: padre, madre e figlio di 35 anni, tutti rimasti in trappola nel loro appartamento al terzo piano. Fortunatamente, gli appartamenti nei piani sottostanti erano vuoti al momento del rogo. 

Il titolare dell'officina di via Fra Galgario 8, in zona Gambara, sarà tra gli iscritti nel registro degli indagati come atto a sua garanzia per tutti gli accertamenti del caso. Chi si trovava nella zona venerdì ha fatto sapere che "l'Incendio ha preso rapidissimo". La strada è stata chiusa al traffico dai vigili del fuoco, dalla polizia e dalla locale, ma molti curiosi e residenti si sono fermati intorno alla rotonda di via Sofonisba Anguissola. La facciata del palazzo avvolto dalle fiamme è ancora annerita dal fuoco.

 

 

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Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme si sarebbero sviluppate "verosimilmente su un'auto che era in riparazione", come confermato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, dopo il sopralluogo con il comandante della polizia locale Marco Ciacci. "Questo, per la benzina e per la presenza di materiali altamente infiammabili, ha innescato un Incendio non controllabile, che verosimilmente ha interessato dell'altro materiale combustibile come pneumatici, che hanno provocato di conseguenza un fumo straordinario".

 

 

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"Da quello che ho potuto vedere dall'annerimento delle pareti - ha aggiunto Siciliano - si capisce che c'è stato uno straordinario carico di incendio, ma la valutazione dovrà essere fatta dagli esperti. Questa è soltanto la prima immagine che noi abbiamo avuto". Le tre vittime "non sono riuscite a scappare. Gli appartamenti del primo e del secondo piano fortunatamente erano vuoti", come detto, altrimenti "avrebbe potuto essere disgrazia ancora maggiore".