Violenza cieca

Milano, rivolta nel carcere minorile Beccaria: "Agente strangolato", poi il caos

Ore di altissima tensione al carcere minorile Beccaria di Milano. Una rivolta dei giovanissimi detenuti, iniziata intorno alle 15.40, ha costretto le squadre della Polizia di Stato inviate dalla Questura di Milano in supporto agli agenti della Penitenza a intervenire in assetto antisommossa contro i giovani carcerati asserragliati in cortile. 

I nuovi disordini sarebbero stati scatenati dal procedimento disciplinare comminato a un detenuto. Martedì, riferiscono all'agenzia LaPresse fonti sindacali, un altro detenuto aveva tentato di strangolare un agente che, portato in ospedale, ha avuto 5 giorni di prognosi. Sono stati circa settanta i detenuti che hanno partecipando alla rivolta di oggi che fortunatamente non ha provocato feriti.

Di "situazione incandescente" parlava un comunicato del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. "La situazione è molto grave - denuncia Alfonso Greco, segretario del Sappe -. Ci arrivano dal Beccaria segnali allarmanti di una crescente tensione. La situazione è molto critica e sul posto sono presenti anche operatori delle altre Forze di Polizia". Il segretario generale del Sappe Donato Capece giudica la condotta dei detenuti ancora in rivolta "irresponsabile e gravissima. Sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che la situazione al Beccaria è sempre ad alta tensione. Alla teoria di chi parla di carceri conoscendoli poco, ossia dalla parte della Polizia Penitenziaria, vogliamo rispondere con la concretezza dei fatti. Che parte da un dato incontrovertibile: la Polizia Penitenziaria continua a 'tenere botta', nonostante le quotidiane aggressioni". 

Una situazione insostenibile di cui scriveva appena ieri anche Leo Beneduci, segretario generale dal sindacato di polizia penitenziara Osapp:  "Minori in celle senza 'blindato' e liberi di scorrazzare in sezione durante la chiusura, di giorno come nelle ore notturne, con l’appartenente al Corpo in servizio, di fatto, alla mercè di questi; gli stessi minori 'aperti' spesso e volentieri forzano i cancelli delle sezioni e si avviano verso il piano terra o scappano dalle sezioni per iniziare alterchi anche di natura fisica con altri ristretti; laddove si monti di servizio, spesso non si conosce il momento della conclusione del lavoro giornaliero essendo del tutto 'saltata' qualsiasi organizzazione del lavoro interna".